Viticoltura: Cia Romagna, grande partecipazione all'incontro sul settore
Le proposte dell'organizzazione e le opportunità della ricerca sulla Flavescenza dorata
Molto partecipata la serata organizzata da Cia-Agricoltori Italiani Romagna, a Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna, dedicata alla viticoltura. Il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi e Stefano Folli, presidente del Consiglio Territoriale di Cia Romagna della zona Bassa Romagna, hanno messo in evidenza la vocazione vitivinicola del territorio e le sfide in essere.
Gli interventi successivi hanno approfondito le problematiche legate alla presenza della flavescenza dorata, ma anche le prospettive future se guidati da scienza e ricerca in un lavoro che può essere solo di squadra. Con una consapevolezza: la riduzione importante di fitofarmaci può realizzarsi con la costituzione di varietà più resistenti a fitopatologie e cambiamenti climatici, con meno necessità in termini di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci. Niente di diverso da quello che si è fatto per secoli, perché quello che si coltiva è il risultato della selezione umana, ma con strumentazioni e metodi di ricerca innovativi e all’avanguardia. Ricerca, sperimentazione e innovazione genetica (non si tratta di Ogm) sono la strada per garantire la produzione in un’ottica di “sostenibilità completa”: ambientale, sociale, umana ed economica.
L’attenzione di Cia sull’andamento della flavescenza dorata è stata sempre elevata e lo ha messo in evidenza anche Alberto Notari, vicepresidente di Cia Emilia-Romagna, a conclusione dei lavori. L’azione sindacale svolta a tutti i livelli dell’Organizzazione ha portato, nel settembre 2022, all’istituzione di una cabina di regia regionale per la grave situazione che interessa numerose imprese in Emilia-Romagna. Le richieste di Cia alle istituzioni riguardano l’aspetto normativo, quello delle molecole e quello economico. Sul piano normativo si è raggiunto un aumento delle tempistiche dei diritti di reimpianto a 6 anni e una riduzione dell’impegno Ocm da 10 a 5 anni. Dal punto di vista scientifico il Masaf, su spinta della associazioni di categoria, ha chiesto al Ministero della Salute di poter impiegare, in via del tutto eccezionale, alcune molecole non più utilizzabili (Clorpirofos e Thiamethoxan) uniche ad aver effetto sullo Scafoideo che è il vettore della malattia. La risposta però non è ad oggi pervenuta. La Legge finanziaria 2023 ha previsto un fondo di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per il 2024 a ristoro delle imprese agricole colpite da flavescenza dorata della vite. Inoltre, data la gravità della situazione è stato richiesto ad enti pubblici e privati di intervenire anche sulle viti americane presenti su aree non agricole.
Per contrastare la grave malattia sono fondamentali l’informazione e la sensibilizzazione dei produttori e non solo; conoscerne e riconoscerne i sintomi; mettere in pratica le indicazioni per la lotta obbligatoria, compreso l’estirpo immediato delle piante infette; “fare le cose assieme”: pena la scomparsa dei vigneti con tutto quello che ne conseguirebbe per le aziende agricole, la filiera e l’indotto, per un comparto che rappresenta uno dei petali importanti del fiore all’occhiello agroalimentare del made in Italy.
Di questo hanno parlato Daniele Rossi, responsabile agronomico Cantina dei Colli Romagnoli – Terre Cevico e Alberto Notari. Marco Nannetti, presidente di Terre Cevico, ha illustrato il nuovo consorzio Vitires (di cui è presidente). Misirocchi ha sottolineato l’apprezzamento di Cia per questo consorzio che unisce diverse componenti del mondo cooperativo per un interesse comune - la ricerca - e rappresenta il 70% della produzione regionale e l’11% di quella nazionale.
Giovanni Nigro, responsabile filiera vitivinicola di Ri.Nova, braccio operativo di Vitires, ha presentato il percorso scientifico e tecnico del prezioso lavoro sulla ricerca di nuove varietà tolleranti a diverse patologie e criticità ambientali che a breve potranno essere coltivate in Emilia-Romagna. I risultati sono ottimi. “Questo comporterà la possibilità di avere un’ulteriore riduzione dell’impatto ambientale nella coltivazione della vite – precisa il presidente Misirocchi - confermando quanto sostiene da tempo Cia, ovvero che verso un futuro green si arriva passando dalla scienza”.