19 Novembre 2019

Toscana, Emilia-Romagna e Umbria a lavoro nella terza tappa

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A Firenze i tavoli di discussione dell'interregionale per "Il Paese che Vogliamo"

Continua il roadshow di Cia-Agricoltori Italiani dedicato al progetto nazionale "Il Paese che Vogliamo". A Firenze, martedì 19 novembre si è tenuta la terza tappa interregionale Toscana, Emilia-Romagna e Umbria. 

Come da format, già seguito nei primi due appuntamenti, a settembre al Nord (Sassello) e al Sud (Benevento), anche nell'iniziativa del Centro Italia si sono tenuti i tavoli tematici legati ai cinque asset del progetto, ovvero: infrastrutture, governo del territorio, filiere produttive a vocazione territoriale, gestione della fauna selvaticaenti locali e politiche europee. La plenaria di sintesi è invece, programmata per mercoledì 27 novembre,alle 10 all'interno di Palazzo dei Congressi (Piazza Adua 1).

Ad accogliere nei tavoli istituzioni locali, enti e associazioni, i presidenti regionali di Cia, Luca Brunelli per la Toscana, Cristiano Fini per l'Emilia Romagna e Matteo Bartolini per l'Umbria, insieme con i presidenti e i direttori provinciali. Importante, inoltre, anche la partecipazione di rappresentanti del mondo scientifico e accademico, di ricercatori ed esperti del settore. Hanno preso parte al confronto: camere di commercio, associazioni di categoria per artigianato e turismo, telecomunicazioni, industria, distribuzione e trasporti, consorzi di bonifica, ma anche organi scolastici e sanitari.

Si è parlato di infrastrutture (al Tavolo 1) con particolare riferimento alle sinergie che il sistema infrastrutturale è in grado di attivare in ambito territoriale. Dovrà includere sia l’aspetto della viabilità che quello delle sue ricadute sulle componenti socio-economiche, senza tralasciare altri ambiti come la risorsa idrica e la componente immateriale che trova massima espressione nella digitalizzazione e nel grado di accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Focus sul governo del territorio (Tav. 2), in cui si è affrontato il tema delle politiche di governo del territorio, nella sua dimensione socio-ambientale. Fra gli ambiti principali le politiche di gestione del suolo, i percorsi di valorizzazione del patrimonio forestale locale, le azioni di prevenzione dei disastri ambientali, gli interventi per il mantenimento e la valorizzazione della biodiversità oltre alla tutela della risorsa paesaggistica.

Le filiere a vocazione territoriale è stato il tema al centro del Tavolo 3: dibattito sulle relazioni tra le componenti dell'economia e della società, inserite all'interno delle dinamiche di filiera a spiccata vocazione territoriale. Agricoltori, artigiani, rappresentanti del commercio, della logistica e del turismo, consumatori, enti locali e Università, dovranno essere inseriti in una progettazione di ampio respiro per dare origine a vere e proprie “reti ‘impresa territoriali”, favorendo processi di innovazione sostenibile, anche sociale.

Al tavolo 4 si è parlato dei modelli di gestione della fauna selvatica: centrale l'insostenibilità dei danni da selvatici, localizzabile ormai su tutto il territorio nazionale, tanto da avere assunto una dimensione multi-ambito. Sul piano economico-produttivo, ad esempio, l’attività agricola è a rischio in molti territori e fenomeni di abbandono imprenditoriale sono sempre più diffusi. Oltre ai problemi sul piano ecologico-ambientale che vedono alterazioni ecosistemiche e i disequilibri tra specie, senza trascurare le ripercussioni negative sulla tenuta idrogeologica dei territori.

Il tema degli enti locali e politiche europee (al Tavolo 5) ha inevitabilmente aperto il fronte del confronto sulla programmazione comunitaria post 2020. Necessaria una riflessione per l'elaborazione di proposte concrete e condivise, riguardanti le politiche europee e gli strumenti che trovano applicazione sul territorio.