15 Gennaio 2020

Tartufo: al via progetto Cia con Università Marche e Urbino

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Iniziativa regionale Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Obiettivo: valorizzare coltivazione e migliorare standard qualitativi

Valorizzare la coltivazione del tartufo nel territorio a Sud delle Marche, nel maceratese e nell’ascolano. E’ questo l’obiettivo del progetto dell’Università Politecnica delle Marche e all'Università di Urbino con Cia-Agricoltori Italiani Ascoli Piceno, Fermo e Macerata tra le prime realtà promotrici.

"Vogliamo migliorare gli standard qualitativi del prodotto e aumentare le quantità" -spiega Massimo Sandroni, direttore di Cia Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.

Nel Piceno, infatti, grazie al terreno che caratterizza l'area interna, il tartufo si trova in tutte e nove le tipologie che vengono commercializzate e per alcune specie si può anche coltivare: il bianco pregiato, il brumale, il moscato, il nero ordinario e il bianchetto. Le specie che, invece, vengono coltivate in provincia di Ascoli sono il nero pregiato e lo scorsone. Le aree in cui vengono coltivati i tartufi sono la zona di Roccafluvione fino ad Amandola, ma anche nell'area di Acquasanta. Le condizioni meteo stanno modificando anche la produzione del tartufo.

Cia Ascoli Piceno, Fermo e Macerata insieme con i due atenei stanno ragionando sull’importante opportunità per l’economia della zona, offerta dalla possibilità favorita dal riscaldamento del suolo, di coltivare tartufo anche a quote più elevate delle montagne del Piceno. E’ una buona stagione e soprattutto per il nero pregiato, in raccolta da ora fino al 15 marzo, si prevede una buona qualità, nonostante il meteo e quindi il caldo della stagione autunnale non abbia favorito in generale lo sviluppo del prodotto.