Siccità: Cia Padova, resa patata dolce di Anguillara a -50%
Minori rese a motivo di terreni che per mesi sono rimasti aridi
Una minore resa del 50% per la patata americana a motivo di terreni che sono rimasti aridi per mesi fra Anguillara e Stroppare, la zona vocata a tale particolare coltura. “Nel 2022 gli addetti ai lavori prevedono di raccogliere al massimo 6.000 quintali -commenta Cia-Agricoltori Italiani Padova- quando la produzione media stagionale si aggira attorno ai 10.000 quintali”. Questo perché durante il periodo estivo qui, come del resto in tutto il padovano, si è registrata una perdurante siccità, oltre che temperature elevatissime. “Sotto la terra, dove si sviluppano le patate -spiega Germano Fantin, uno degli storici produttori di Anguillara- solitamente pure d’estate vi è una leggera presenza di umidità. Cosa che, però, stavolta non si è verificata. Da qui il netto calo di produzione della patata americana; in pratica, non ha trovato un terreno fertile”. In queste settimane la raccolta delle patate americane, la cui qualità rimane comunque d’eccellenza, è nella sua fase clou e andrà avanti fino a fine ottobre. Una quarantina le imprese agricole della Bassa che si dedicano alla patata dolce di Anguillara, per un fatturato complessivo di 2 milioni di euro all’anno. Questa primizia, peraltro, è sempre più apprezzata dagli stranieri, in particolare romeni, polacchi e cinesi che vivono e lavorano in Veneto. “Non la trovano nei loro Paesi d’origine – spiega Fantin – viene considerata una grossa novità”. La patata “merica” è stata importata dal Brasile all’inizio del Novecento dai primi emigrati che sono rientrati a casa. Particolarmente adatti i terreni alluvionali, resi coltivabili grazie ad importanti opere di bonifica, sulle sponde del canale Gorzone e del fiume Adige. Si tratta di un prodotto di cui non si butta nulla: gli scarti, infatti, vengono dati come “mangime” alle vacche o ai suini. Può essere servita lessa o arrostita. Non solo. Esistono diversi piatti a base di “ipomoea batatas”: gnocchi, pasticci, risotti, perfino una torta simile ad una crostata.
Da trent’anni il territorio sta portando avanti una politica finalizzata alla valorizzazione di questa tipicità. “Non si tratta di una coltivazione marginale -puntualizza il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato- ma di una primizia sui cui vale la pena continuare a scommettere assieme alle Istituzioni locali. Tutta la Bassa Padovana possiede delle enormi potenzialità in termini di agricoltura, e la patata americana ne è un esempio”.
“Desideriamo fare la nostra parte al fine di divulgare, pure al di fuori dei confini provinciali, le buone pratiche che vengono portate avanti con tanta passione e dedizione. I nostri prodotti tipici non possono rimanere nascosti -conclude Trivellato-. Vanno invece fatti conoscere al grande pubblico: così si innesca un circolo economico virtuoso che, in ultima analisi, ricade a favore della collettività”.