23 Giugno 2022

Siccità: Cia Padova, dichiarate "area rossa" zone a Borgoricco e Massanzago

#acqua #clima #consorzi #emergenza #siccità
Condividi

Avvia la turnazione dell’irrigazione dei terreni agricoli dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, mentre la portata del Muson registra fino ad un -60% rispetto alla media stagionale

Sant’Eufemia di Borgoricco e la parte sud del Comune di Massanzago sono state dichiarate “Area rossa”, ovvero con risorsa idrica non disponibile, dal Consorzio di Bonifica Acque risorgive. Critica, in particolare, la situazione del Muson dei Sassi, corso d’acqua di sorgente, la cui portata sta registrando almeno un -60% rispetto alla media del periodo. Tuttavia, il quadro è destinato addirittura a peggiorare dato che non sono previste precipitazioni significative da qui ai prossimi dieci giorni.

“A causa della perdurante siccità vi sarà una minor resa dei raccolti di mais a soia di almeno il 50% rispetto allo scorso anno -sottolinea il presidente della zona Cia di Camposampiero, Fabio Carraro-. Uno scenario mai visto nella storia recente”.  Anche il Tergola, peraltro, è in deficit idrico, con una portata inferiore di circa il 40% rispetto alla media delle prime tre settimane di giugno. “In qualche modo si stanno salvando i produttori di ortofrutta -aggiunge Carraro- in quanto utilizzano impianti irrigui a goccia, che non abbisognano di flussi importanti d’acqua”. Peraltro, prosegue il presidente della zona Cia di Camposampiero, “quest’anno la resa di mele, pere, pesche e prugne è di qualità elevata”.

Per quanto riguarda l’irrigazione vera e proprio, il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive ha predisposto “una turnazione tra aree irrigue che prevede che solo una parte del territorio agricolo sia irrigabile, mentre altre parti siano non irrigabili con finestre da 5 a 20 giorni a seconda delle dimensioni e della presenza di colture irrigue”. “Poiché alcune derivazioni non sono più utilizzabili per la mancanza della risorsa – chiarisce lo stesso Consorzio - in alcune aree non è possibile esercitare l’irrigazione di soccorso almeno fino a quando le condizioni climatiche non avranno una significativa modifica”. In tutti i casi, e pure per le aree in turno, il Consorzio potrebbe essere nelle condizioni di non poter soddisfare la richiesta idrica. “Per il momento è escluso che qui arrivi acqua dal Brenta o dal Piave -conclude Carraro-. Speriamo solamente in una pioggia, che potrebbe risolvere, almeno in parte, la problematica”.

“Occorre mettere in campo fin d’ora delle soluzioni a medio e lungo termine -chiarisce il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato-. Nello specifico, vanno realizzati ulteriori invasi, di montagna e di pianura, finanziati grazie al Pnrr. Tali manufatti trattengono l’acqua quando è troppa, ovvero allorché si abbattono dei nubifragi sul nostro territorio, per poi rilasciarla all’occorrenza”. Trivellato termina la sua riflessione con un appello: “Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, anche per scongiurare l’eventualità di un ulteriore razionamento dell’acqua già nel breve periodo. Non sprechiamone nemmeno una goccia”.