Già in difficoltà il grano duro della Bassa. E il livello delle falde è molto più basso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
Il grano della Bassa Padovana, seminato a fine ottobre dello scorso anno, è già in difficoltà a motivo della siccità. "A memoria d’uomo, non era mai capitato in questo periodo”, sottolinea Cia-Agricoltori Italiani Padova. Le piogge previste questo fine settimana non basteranno né a ricaricare le falde (il cui livello, stando all’ultimo bollettino della risorsa idrica di Arpav, è già “significativamente più basso” rispetto al medesimo periodo del 2022), né ad aumentare le portate dei fiumi della provincia.
Non solo. Secondo uno specifico report di Cia Padova, se dovesse perdurare questa scarsità di risorsa idrica, il primario disporrebbe di acqua per le irrigazioni soltanto fino a metà maggio. I presupposti, peraltro, non sono per nulla buoni, come illustra la stessa Arpav: nelle prime tre settimane di febbraio, nel padovano, sono caduti mediamente 0.5 millimetri di precipitazione, quando il valore medio tra il 1994 e il 2022 dell’intero mese è stato di 60 millimetri. Per quanto riguarda le portate, i deflussi dell’Adige (stazione idrometrica di Boara Pisani) sono inferiori del 26% rispetto alla media del periodo; il Brenta, a Barzizza, registra un -37%, mentre il Bacchiglione, a Montegalda, -68%.
“Questo trend negativo sta mettendo in crisi gli appezzamenti agricoli, già adesso aridi, nei quali fra 35 giorni verrà seminato il mais, oltre all’ortofrutta -chiarisce il presidente della zona Cia di Este-Montagnana, Emilio Cappellari-. Ormai non siamo più tenuti a ragionare in termini di emergenza siccità, piuttosto di cronicità”. La scorsa annata agraria ha scontato 200 milioni di euro di danni in provincia a causa della perdurante siccità. “Quest’anno il primario rischia di subire gli stessi danneggiamenti, se non addirittura maggiori -aggiunge il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato-. Abbiamo poco più di due mesi di tempo, dopodiché potremmo andare incontro ad un razionamento di acqua relativamente all’utilizzo agricolo. Una fattispecie mai capitata a metà maggio nella nostra Regione”. Fra le soluzioni immediatamente praticabili, Cia chiede ai Consorzi di bonifica “una regolare manutenzione dei canali, al fine di non sprecare nemmeno una goccia di risorsa idrica per fini agricoli”.
E la previsione di apposite paratoie nei canali, pure in quelli minori, per trattenere quanta più acqua possibile quando piove. Nel medio-lungo periodo, invece, le autorità competenti sono tenute a realizzare degli invasi in grado di raccogliere l’acqua piovana, in particolare in occasione di eventi meteo particolarmente avversi, per poi rilasciala all’occorrenza. “Siamo chiamati a fare squadra con le Istituzioni -conclude Trivellato- per salvare una stagione che si preannuncia già molto complicata”.
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