15 Ottobre 2018

Scanavino al Premio Pontremoli per i giovani agricoltori delle aree interne

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Nato su iniziativa di Cia Toscana Nord. "Patrimonio comune da sostenere"

Un riconoscimento ai giovani che si dedicano all’agricoltura nelle aree svantaggiate. Questo è il senso del Premio Pontremoli, nato tre anni fa su iniziativa di Cia Toscana Nord. L’edizione 2018 si è tenuta il 13 ottobre al Museo delle Statue Stele del Castello del Piagnaro, in provincia di Massa Carrara, in collaborazione con il Comune di Pontremoli, Slow Food Toscana e con il patrocinio della Strategia Nazionale Aree Interne della presidenza del Consiglio dei Ministri e la media partnership del Tirreno.

IL CONVEGNO – La mattinata è stata aperta da un convegno dedicato alla situazione dell’agricoltura nelle aree svantaggiate, come quelle montane o interne in generale. A confrontarsi sul tema "Il coraggio di restare" sono stati Dino Scanavino, presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani, Susanna Cenni (parlamentare), Francesca Campora (direttore Fondazione Edoardo Garrone), Paolo Prosperini (Strategie Aree Interne) e Filippo Barbera (Università di Torino).

"Bisogna ridare alle aree interne l’importanza che meritano -ha spiegato Scanavino-. La politica deve capire che sono un patrimonio comune da sostenere, basti pensare all’opera di tutela della biodiversità e di manutenzione dell’ambiente che gli agricoltori svolgono nelle zone rurali". È chiaro però, ha aggiunto il presidente nazionale Cia, che "se vogliamo mantenere vive le aree interne, lottando contro lo spopolamento e la chiusura delle attività produttive, dobbiamo garantire i servizi, in primis quelli socio-assistenziali, nonché reti informatiche adeguate. La loro mancanza non fa che allontanare i giovani".

IL PREMIO – Il Premio Pontremoli nasce con la Cia Toscana Nord e vuole valorizzare il lavoro dei giovani agricoltori che investono nelle zone svantaggiate. A essere premiati, infatti, sono imprenditori che operano in contesti di particolare svantaggio, o d'isolamento geografico e sociale. Aperto, quindi, ai giovani e alle aziende agricole gestite da un conduttore tra i 18 e i 40 anni, il Premio Pontremoli è diviso in sei sezioni: difesa della biodiversità; agricoltura sociale, agricoltura biologica; imprenditoria femminile; eccellenze agricole ed eccellenze agroalimentari. Tre, inoltre, i premi speciali: per il miglior componimento o ricerca sul tema, realizzato dagli studenti degli Istituti tecnici agrari della Toscana; per il miglior articolo giornalistico, libro, foto o video prodotti anche al di fuori della Toscana e, infine, uno dedicato a un’azienda con sede in uno dei Comuni della Toscana classificato come ‘Aree interne’.

I PREMIATI

CATEGORIA DIFESA DELLA BIODIVERSITA’: Azienda Agricola Nico, di Federico Martinelli - L’azienda dal 2003 coltiva i propri terreni in metodo biologico, cambiando così drasticamente rispetto al metodo convenzionale, portato avanti dal nonno e cercando di mantenere inalterata la grande diversità di tipologia di produzione. Ecco come 4 ettari vengono coltivati come fossero un grande orgo gamiliare, in cui la verdura si alterna a filari di alberi da frutto, facendo sì che nei campi sia presente la più grande varietà di specie, garantendo così una produzione il più ampia possibile e, soprattutto, una grande diversità di specie erbacee. Nel 2010 l’azienda è passata al metodo biodinamico e, dal 2016, è certificata dal Demeter. Oggi è tra i promotori della rete di imprese ‘Lucca BioDinamica’.

CATEGORIA ECCELLENZE AGRICOLE: Società agricola Tommaso Giordana, di Tommaso Giordana - L’azienda di Giordana, biologicamente certificata, produce olio extravergine d’oliva in Maremma ed alleva suini, con metodo estensivo e allo stato brado. Questi vengono trasformati in salumi, lavorati con metodo tradizionale e, quindi, senza Ogm, senza glutine e senza conservanti.

CATEGORIA AGRICOLTURA BIOLOGICA: Agriturismo Poggio Diavolino di Fabiano Busdraghi - Nato in Brianza, Busdraghi ha voluto continuare l’attività agrituristica avviata negli Anni Novanta dai genitori, portando avanti con passione numerose innovazioni nella gestione agricola. A Poggio Diavolino si produce olio d’oliva, ma anche cereali e legum trasformati in farine, in pasta (almeno 25 formati), biscotti, pane e gallette. Nell’orto viene seminata una vasta varietà di piante antiche, garantendo così la continuità del seme. Vi si allevano, inoltre, animali e producono insaccati.

CATEGORIA ECCELLENZE AGROALIMENTARI: Gignola società agricola semplice, di Simone Lazzini - Simone Lazzini ha recuperato la produzione di olive da tavola e olio d’oliva sulle colline di Fosdinovo. Si tratta di una zona particolarmente vocata, dove le attività agricole hanno però sofferto l’abbandono a causa del venire meno dei giovani interessati a proseguire l’attività agricola. La società agricola Gignola, nata nel 2015, ha ripristinato alcuni oliveti, andando a migliorarne la capacità produttiva con interventi di ripristino colturale e realizzando nuovi impianti laddove le piante erano seccate.

CATEGORIA IMPRENDITORIA FEMMINILE: Alessia Bianchi di Pontremoli (Massa) - Coltiva terreni di proprietà e avuti in comodato gratuito tra Grondola e Guinadi, utilizzando sementi non ibridanti per produrre mais ottofile, pomodori, cipolle locali (succisa, bassone, treschietto), ma anche fagioli, alcune varietà di zucche, zucchini ed erba aromatiche, nonché frutti di sottobosco e cura piante da frutto autoctone.

CATEGORIA ZOOTECNIA RESPONSABILE: Apicoltura ‘Nonno Berto’ di Alberto Fatticcioni - Si tratta di un’azienda agricola apistica di 20 ettari, nata nel 2012 e progettata ‘a misura d’ape’, dove le api vengono allevate per la prodizione di miele in modo stanziale (150 arnie). Partendo da ceppi genetici di api locali e sono stati sviluppati sistemi colturali in grado di garantire un continuo flusso nettarifero e pollinifero per le api e conseguenti raccolti per la commercializzazione.

PREMIO SPECIALE La cultura della montagna in immagini e parole ad Anna Kauber, regista di ‘In questo mondo’, un documentario che racconta la vita delle donne pastore in Italia ed è risultato di un viaggio di più di 2 anni e circa 17mila chilometri percorsi facendo 100 interviste a donne di età compresa tra i 20 e i 102 anni, che delineano perfettamente la figura del pastore, lavoro generalmente associato al genere maschile che sempre più si sta femminilizzando.

PREMIO SPECIALE Aree Interne: Azienda agricola Ivan Tiengo di Ivan Tiengo - Nato a Trento è arrivato in Garfagnana, perché la famiglia della moglie è originaria della Valle di Soraggio. Appassionato di agricoltura e di montagna, qui ha deciso di riattivare le proprietà della famiglia di lei. Produce miele (di acacia, castagno e millefiori), farina di castagne, fagiolo Giallorino della Garfagnana, patate, grano da varietà tradizionali e lamponi (circa 300 piante).

PREMIO SPECIALE Istituti Tecnici Agrari: Istituto agrario Pacinotti di Bagnone (Massa) per il lavoro ‘Razza pontremolese e percorso di recupero’.