Pensioni: Cupla, potere d'acquisto in caduta libera. Urgono riforme e bonus IRPEF mirato
Il punto sul tema all'incontro presso il Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati
Le pensioni italiane hanno subito un grave impoverimento negli ultimi 15 anni, con una significativa perdita del potere d'acquisto al netto della tassazione. Questo allarmante quadro emerge dal rapporto congiunto del CER (Centro Europa Ricerche) e del CUPLA (Comitato Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo), presentato il 15 luglio nella Sala Tatarella della Camera dei Deputati, iniziativa promossa dal Presidente della Commissione Lavoro pubblico e privato, On. Walter Rizzetto. I lavori sono stati introdotti dall’On. Marta Schifone, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Lavoro.
Il Prof. Ginebri, economista del CER e curatore della ricerca del CUPLA, ha illustrato i tre nodi cruciali che affliggono il sistema pensionistico: la costante perdita del potere d'acquisto, gli effetti deleteri del drenaggio fiscale e le persistenti disparità fiscali. I dati sono chiari e preoccupanti: dal 2009 al 2025, una pensione lorda di 1.200 euro ha perso circa 70 euro al mese di potere d'acquisto, equivalente a un ammanco di quasi 900 euro l'anno. Questa erosione è imputabile principalmente all'interazione perversa tra inflazione e prelievo fiscale sui redditi, che ha vanificato persino gli effetti di due riforme fiscali intervenute nel periodo. La situazione non solo è grave per le pensioni più basse ma anche per quelle medio-alte, che subiscono un adeguamento all'inflazione solo parziale nel periodo considerato: per una pensione di 2.400 euro lordi mensili, si registra una perdita di ben 177 euro al mese. Ulteriore perdita per gli assegni più consistenti: una pensione lorda di 3.600 euro al mese ha visto il proprio valore diminuire di 425 euro mensili.
È evidente che l'attuale sistema di perequazione sta penalizzando trasversalmente i pensionati, riducendo il valore reale dei loro assegni in un contesto di crescente costo della vita.
L'inadeguatezza del sistema di indicizzazione attuale
L'analisi del CER rivela che l'attuale meccanismo di indicizzazione, basato sull'indice ISTAT FOI, è strutturalmente inadatto a proteggere il potere d'acquisto dei pensionati, comprese le pensioni minime che, pur beneficiando di un'indicizzazione completa, sono comunque penalizzate. La principale criticità risiede nella sottovalutazione dell'incremento del costo del "paniere di spesa medio" delle famiglie. Negli ultimi vent'anni, infatti, l'aumento dei prezzi ha colpito in modo sproporzionato i beni e servizi essenziali per i pensionati, come alimentari, prodotti energetici e spese sanitarie, rispetto ai servizi generici.
Le proposte concrete del CUPLA per il rilancio del potere d'acquisto
Di fronte a questa emergenza, il CUPLA non solo denuncia ma propone soluzioni concrete e immediate. La principale richiesta è l'adozione dell'indice IPCA (Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo) per i Paesi europei, un parametro basato sull'effettiva spesa delle famiglie, in sostituzione dell'obsoleto FOI. Questo garantirebbe una rivalutazione più aderente alla realtà e una tutela efficace dall'inflazione.
Inoltre, tra le ipotesi discusse e caldeggiate dallo studio CER-CUPLA, spicca l'introduzione di un bonus IRPEF per i pensionati. Si tratta di un importo pari a 960 euro annui, erogato in dodici mensilità, e destinato a tutti i pensionati con un reddito imponibile da pensione compreso tra 7.800 e 15.000 euro. Questa misura mirerebbe a sostenere circa 3,6 milioni di pensionati, prevalentemente con redditi medio-bassi, offrendo un sollievo economico tangibile.
"Abbiamo fortemente voluto questo evento perché siamo certi della necessità che la politica debba essere sempre pronta e attenta sul tema della tutela del reddito e del potere d’acquisto dei pensionati: una questione che riguarda non solo il presente di milioni di cittadini, ma anche il futuro del nostro sistema di protezione sociale”, ha dichiarato l’On. Marta Schifone.
L'incontro odierno ha visto la partecipazione e il contributo del Dott. Mauro Nori, Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dei parlamentari della Commissione Lavoro Pubblico e Privato, testimoniando l'importanza e l'urgenza delle tematiche affrontate.