19 Luglio 2021

Ocm Vino: Cia Sicilia Occidentale, domande e collaudi entro il 31 luglio

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Resta confermata soglia anticipazioni del 2020, no alla diminuzione del 30%

Cia Sicilia Occidentale porta a casa tre risultati importanti dal recente incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, appuntamento organizzato per affrontare le difficoltà di agricoltori e allevatori alle prese con l'emergenza Covid. In particolare, riguardano il ramo delle ristrutturazioni Ocm Vino, la regolamentazione unica dell'Unione Europea che detta alcune norme riguardanti il settore vitivinicolo. 

La delegazione di Cia Sicilia Occidentale, guidata dal presidente Antonino Cossentino, ha chiesto e ottenuto, infatti, di far slittare al 31 luglio il termine di presentazione delle domande per partecipare al relativo bando. Termine che scadeva proprio in questi giorni. La seconda proroga ottenuta riguarda, invece, il prossimo collaudo dei nuovi impianti, che non sarà più ad aprile ma il 31 luglio del 2022. Anche questo è un risultato importante, perché permette di non avere conseguenze negative sull’attività delle aziende vivaistiche, molte delle quali insistono nella provincia di Trapani. Il rischio era che queste aziende non potessero farsi trovare pronte e che le imprese agricole dovessero rivolgersi al di fuori della Sicilia per realizzare i nuovi impianti.

“Ringraziamo l’assessore Scilla per la sensibilità e la disponibilità nell’accettare e attivarsi sulle nostre proposte che -ha dichiarato Cossentino- permetteranno di alleviare in parte le grossissime difficoltà che stanno incontrando le nostre aziende agricole. Sull’Ocm vino abbiamo ottenuto un altro risultato importante per quanto riguarda le anticipazioni: la soglia resta la stessa e non diminuirà del 30% come inizialmente previsto. Abbiamo anche chiesto, e speriamo di ottenere, anche di anticipare i pagamenti sulle misure agroalimentari del biologico, che sono vitali per il sostentamento delle aziende”.

Sul tavolo anche zootecnia e danni provocati nei terreni dai cinghiali. Nel primo caso, la brucellosi ha causato più di un problema nelle ultime settimane, con i vitelli allevati in Sicilia che non possono essere esportati. “Nell’immediato -ha spiegato Cossentino- la Regione si sta attivando per sbloccare l’export, da parte nostra abbiamo chiesto che il problema della brucellosi venga eradicato per sempre con un profondo risanamento, e con la collaborazione degli allevatori, così come avvenuto nelle altre regioni italiane. Abbiamo anche discusso del problema dei cinghiali e dei danni continui causati dall’agricoltura: con la caccia ferma per la pandemia, si sono moltiplicati senza freni così come le incursioni nei terreni coltivati”.

Altro argomento discusso quello dell’approvvigionamenti idrico delle campagne. La Cia Sicilia Occidentale ha posto l’accento sui due problemi principali: la raccolta dell’acqua, condizionata dalla mancanza dei collaudi e della capacità di accumulo di molte dighe dell’isola, e la distribuzione, rallentata se non azzerata da una rete vecchia e malfunzionante che costringe gli agricoltori a rifornirsi privatamente.