Lupo: Cia Belluno, subito declassamento a specie protetta
L'appello dell'organizzazione alla Commisione europa per un intervento immediato
"Più di 700 predazioni negli ultimi cinque anni: in Alpago, e in tutto il bellunese, vanno velocizzate le pratiche per addivenire entro la fine del 2024 al declassamento del lupo, da specie strettamente protetta a protetta. Questo passaggio garantirebbe agli enti competenti ulteriori spazi di manovra”. L’appello è di Cia Belluno, che al riguardo chiede alla nuova Commissione Europea un intervento immediato. “Occorre agire subito per contrastare i lupi più pericolosi, aggressivi e confidenziali -sottolinea il presidente di Cia Belluno, Rio Levis- oltre a quelli che riescono ad aggirare i sistemi di prevenzione messi in atto dalla Regione”.
Gli allevatori delle Terre Alte si dicono esasperati: “A decine stanno lasciando i pascoli di montagna, comprese le malghe, con pesanti ricadute in termini di sanità pubblica, abbandono dei terreni agricoli e dei pascoli e dissesto idrogeologico”. Ecco perché, secondo lo stesso Levis, “serve al più presto un'inversione di tendenza”. Peraltro, ricorda il presidente, “le piccole aziende che insistono in montagna svolgono un lavoro preziosissimo, mantengono e presidiano il territorio. E poco importa se questa non rappresenta la loro attività principale; senza tale contributo andremmo incontro ad una vera e propria desertificazione”.
Relativamente alla politica, invece, “è necessario un maggior confronto fra le parti, pure nell’ambito del tavolo provinciale dell’agricoltura”. Zaccaria Tona è il presidente della cooperativa Fardjma: “Durante la campagna elettorale per le Europee ci è stato promesso che sarebbero giunte delle risposte chiare ed efficienti dalle Istituzioni. Ora dalle parole si passi ai fatti”. Altrimenti, continua, “continueremo ad assistere ad un abbandono irreversibile da parte degli allevatori hobbisti, circa il 95% del totale”. Non solo. Pure per quelli strutturati vi sono delle criticità cui far fronte. Tra le tante, “il costo di gestione di un cane da guardiania si aggira sui 1.500 euro all’anno. La politica -conclude- non scarichi questo annoso problema confidando sulla buona volontà degli allevatori stessi. È tempo di agire al fine di risolvere definitivamente la questione”.