Lavoro: Cia Veneto, nel 2023 calano gli infortuni in agricoltura (-3%)
Il commento dell'organizzazione, con il suo presidente regionale Passarini, sui dati dell'ultimo report Inail
In Veneto risultano in calo del 3% gli infortuni (anche mortali) sul lavoro nel settore agricolo. “Un buon segnale, ma c’è ancora molto da lavorare al fine di ridurre, se non azzerare, i rischi”, sottolinea Cia-Agricoltori Italiani Veneto. Stando all’ultimo report dell’Inail, nel periodo gennaio-novembre 2022 gli infortuni nel comparto del primario, denunciati a livello regionale, sono stati 2.147; nello stesso periodo dell’anno scorso si sono fermati a 2.086. Furono 10 quelli mortali nel 2022 (sempre nel medesimo periodo), 8 invece nel 2023. Fra le cause principali dei sinistri, il ribaltamento dei mezzi agricoli, attrezzi in movimento che colpiscono i conduttori, l’attacco e lo stacco di attrezzature pesanti (ad esempio, l’albero cardanico del trattore) e la caduta di rotoballe di fieno. Nello specifico, la maggior parte degli incidenti coinvolge lavoratori di imprese familiari, con maggiore incidenza relativamente a persone di mezza età e agli anziani; questo a motivo della parziale perdita di riflessi, oltre che ad un eccesso di sicurezza legato alla lunga esperienza che in genere caratterizza tale categoria.
“La parola chiave è prevenzione -commenta il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini- Il rischio è sempre dietro l’angolo”. Ragion per cui Cia organizza, in collaborazione con le altre organizzazioni agricole, lo Spisal e l’assessorato regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca dei corsi di formazione ad hoc sulla tematica della sicurezza sul lavoro.
“Gli imprenditori agricoli sono tenuti ad aggiornare costantemente le proprie conoscenze in merito alle tecnologie in uso -aggiunge Passarini- e sui dispositivi di sicurezza presenti nelle macchine”. Per quanto riguarda le malattie professionali in agricoltura, le denunce all’Inail (698 nel 2021, 680 nel 2022, ultimi dati disponibili in Veneto) evidenziano disturbi dei dischi intervertebrali, entesopatie periferiche, mononeuriti dell’arto superiore e mononeuriti multiple, sordità, spondilosi, disturbi dei tendini. E ancora: artrosi, lesioni interne del ginocchio, disturbi dell’orecchio, traumatismo dei nervi periferici del cingolo scapolare e dell’arto superiore. Stupisce, peraltro, che “nonostante lo scenario inequivocabile rappresentato e supportato dalle cifre, l’agricoltura non venga considerata tra le attività gravose e usuranti”.
“Pure nel 2024 -conclude Passarini- continueremo a portare questa particolare istanza nelle sedi opportune. Non solo. Chiederemo di prevedere ulteriori finanziamenti per il rinnovo del parco macchine nell’ambito del Pnrr”.