22 Ottobre 2019

La competitività dell'olio passa dal super-intensivo

#innovazione #olio
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L’innovativo sistema colturale può essere una strada per risollevare olivicoltura in Italia. Ma è ancora poco diffusa

Per riguadagnare competitività all’olivicoltura italiana in un mercato internazionale altamente concorrenziale, la coltura super-intensiva dell’ulivo potrebbe essere un’efficace risposta, dopo i danni causati dal batterio Xylella fastidiosa nel Salento.

Si tratta di una coltura altamente produttiva e facilmente meccanizzabile. Un modello d’impianto che si basa su 1.600-2.000 piante/ha allevate ad asse centrale e in ragione delle modeste distanze tra gli alberi sulla fila, dà luogo ad una parete di vegetazione che consente la gestione meccanica integrale, sia della raccolta delle olive che della potatura, abbattendo drasticamente i costi di produzione.

In Italia gli ettari gestiti con questo metodo sono ancora pochi, circa 4.500. Agronotizie ha intervistato Salvatore Camposeo, professore di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso l'Università degli studi di Bari e profondo conoscitore di questa tecnica innovativa che prevede la scomparsa del concetto di albero singolo e l'introduzione del concetto di “parete produttiva”.