Incidenti sul lavoro: in Toscana uno su tre in agricoltura
Focus di Georgofili e Cia Toscana per fare rete e aumentare la prevenzione
Un incidente su tre avviene in agricoltura e la principale causa è data dal ribaltamento dei mezzi meccanici.
Il settore primario si conferma ancora un settore ad alto rischio per gli incidenti sul lavoro. Sono infatti ascrivibili all'agricoltura il 30% degli infortuni mortali in Toscana, segue il settore edile che rappresenta il 19% di questo tipo di infortuni. Nel primo trimestre del 2019, in Italia, il numero degli infortuni sul lavoro in agricoltura denunciati sono stati 7.500 - con un aumento del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2018 - con 22 vittime sul lavoro.
Per questo c’è bisogno di una maggiore sicurezza e di reti fra i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza: il tema è stato affrontato nel convegno che si è svolto oggi all’Accademia dei Georgofili, organizzato dalla stessa Accademia e dalla Cia-Agricoltori Italiani della Toscana.
Il convegno – moderato da Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana – dal titolo “Sicurezza in agricoltura. Reti di RLS per la promozione della salute”, si è svolto in collaborazione con Aidii, con il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università degli Studi di Firenze e con Vie En.Ro.Se. Ingegneria s.r.l. nell’ambito del progetto “Reti di RLS per la promozione della salute”, cofinanziato dalla Direzione Generale di Prevenzione INAIL – Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (il progetto nasce nell’ambito dell’avviso pubblico 2015, in compartecipazione tra Inail e Ats Aidii). Fra i partecipanti all’appuntamento fiorentino anche la senatrice Caterina Biti, della Commissione Agricoltura del Senato.
Le prime fasi del progetto sono servite per incontrare i rappresentanti aziendali e territoriali e capire quali sono i principali fabbisogni dei rappresentanti della sicurezza e territoriali.
Cosa è emerso dall’indagine sui fabbisogni dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS): gli interessati hanno indicato alcune tematiche su cui a loro avviso sarebbe necessario avere degli aggiornamenti continui, come ad esempio rischi collegati all’utilizzo di macchine e attrezzature agricole (28%), rischi e misure preventive per la gestione dei trattamenti con prodotti chimici (26%) o approfondimenti sulla valutazione dei rischi nello specifico settore produttivo (23%). L’elemento più significativo e collegato all’obiettivo principale del progetto, è quello che riguarda il contatto fra i diversi RLS sul territorio: il 70% dice di non essere in contatto con nessun altro rappresentante dell’agricoltura. Questo dato ci fa capire che la possibilità di entrare in una rete di RLS del settore agricolo, è un’esigenza sentita in maniera preponderante.
Nel convegno, oltre presentare la genesi e gli obiettivi del progetto “Reti RLS per la promozione della salute”, sono state illustrate le azioni specifiche condotte dai partner, nel primo anno del progetto, finalizzate a creare un modello applicativo dei principi della prevenzione della salute e sicurezza nel lavoro in agricoltura.
“Dall'analisi dei fabbisogni - ha dichiarato Pietro Piccarolo, vicepresidente dei Georgofili ed esperto di meccanizzazione - sono emerse valutazioni importanti sullo svolgimento del ruolo di RLS e di RLST e sulle criticità nello svolgimento delle loro mansioni, oltre alla necessità di fare rete tra queste figure, anche fuori dal settore agricolo. Necessità quindi di mezzi di condivisione e confronto e di strumenti di conoscenza che il mondo scientifico e professionale può offrire per colmare le carenze evidenziate da queste figure. Gli eventi infortunistici e le malattie professionali in agricoltura sono ancora molto elevati; da qui l'importanza di una corretta attività di promozione della salute nei luoghi di lavoro, attraverso una strategia preventiva mirata a ridurre i rischi legati alle condizioni di lavoro e agli stili di vita non corretti quali, in particolare, le condizioni microclimatiche avverse, o anche estreme”.
“E’ importante fare rete per una maggiore prevenzione - ha sottolineato il presidente Cia Toscana Luca Brunelli - attraverso la formazione e la divulgazione delle buone pratiche, ma anche migliorando la qualità degli strumenti utilizzati e con l’ammodernamento di impianti e attrezzature, sono quindi auspicabili tutti quegli interventi finanziari che possano favorire l’adozione da parte delle imprese di misure che elevino le condizioni di sicurezza. La figura del Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza va quindi rafforzata e sostenuta”.
Sergio Luzzi, AIDII, ha sottolineato che lo sviluppo del progetto stesso si basa sull'applicazione dei principi dell'igiene occupazionale, come sintesi delle problematiche connesse alla sicurezza nel settore agricolo, con quelle della salute, coinvolgendo medici del lavoro, igienisti industriali, esperti della sicurezza e RLS e RLST del mondo agricolo;
Riccardo Fusi, Vieenrose Ingegneria, ha presentato una sintesi delle attività svolte ad un anno dall'avvio del progetto e in particolare ha presentato la struttura del portale dedicato a RLS e RLST (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza territoriali) dell'agricoltura, a breve online.
Alessandra Alberti, Cia Toscana, si è soffermata sulle criticità della gestione della sicurezza nel settore agricolo e sul ruolo che dovrebbe essere svolto dai RLS Aziendali e Territoriali, entrando nel merito dell'analisi dei fabbisogni svolta nell'ambito del progetto e dei primi dati emersi. “Gli RLS - spiega Alberti - ci dicono che l'esigenza più sentita è quella di ‘fare rete’ e di poter confrontarsi con altri colleghi del medesimo settore. Il bisogno si traduce anche nella necessità di avere un luogo di confronto, dove acquisire notizie utili inerenti la propria attività difficilmente reperibili”.
Riccardo Baldassini, Dipartimento Medicina sperimentale e clinica Università di Firenze, ha parlato dell'utilità delle metodiche di promozione della salute in agricoltura si è soffermato sull'importanza di una strategia preventiva che tenga conto degli effetti sulla salute umana dei rischi legati agli stili di vita. Secondo i dati a disposizione, la promozione della salute - intesa come processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute - può portare a un miglioramento delle condizioni generali del lavoratore andando così a mitigare il rischio legato all’attività lavorativa. Infine Fernando Renzetti, ha ricordato l'impegno dell'Inail per la sicurezza in agricoltura.