Imballaggi: Cia Veneto, regione leader nel riciclo salva da batosta Ue
Il commento del presidente Passarini sulla recente approvazione della deroga per gli Stati membri virtuosi in materia
“In nome di un Green Deal a tutti i costi, non è possibile bastonare il comparto agroalimentare veneto, il cui fatturato annuo supera i 7 miliardi di euro”. Cia-Agricoltori Italiani Veneto prende una netta posizione a favore del settore degli imballaggi di plastica monouso per i prodotti di ortofrutta inferiori a 1,5 kg. Quelli che, a motivo di un nuovo regolamento in discussione in queste settimane a Bruxelles, rischiano di scomparire a partire dal 31 dicembre 2027. Il via libera, o meno, da parte del Consiglio Ue è in agenda il prossimo 18 dicembre.
"Nei giorni scorsi -precisa il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini-, l’Europarlamento ha approvato una deroga per tutti quegli Stati membri, Italia compresa, che sono virtuosi in materia di riciclo”. Il Veneto, nello specifico, riesce a riciclare oltre l’80% degli imballaggi in plastica: una delle migliori performance a livello nazionale. “Dati alla mano, abbiamo dimostrato di essere particolarmente bravi -aggiunge il presidente. Ora siamo chiamati a portare a casa un risultato, ovvero a mantenere lo status quo, cui conseguono benefici non solo per le aziende che si occupano di imballaggi, ma anche per la filiera agroalimentare”. I nostri prodotti di eccellenza “devono continuare a poter essere proposti ai consumatori secondo la logica della massima sicurezza alimentare”.
In altri termini, è necessario andare nella direzione della tutela delle bioplastiche totalmente compostabili e biodegradabili. "La deroga votata in plenaria valorizza il primato del Veneto, e dell’Italia, in tale comparto e conferma come questi materiali possono davvero costituire un elemento di forza rispetto ad altri Stati Ue schierati su posizioni diverse". Infine, secondo tutte le più recenti evidenze scientifiche, gli imballaggi riutilizzabili che la Commissione Ue vorrebbe imporre sono addirittura più impattanti del packaging monouso, e comporterebbero un aumento del 180% di emissioni di CO2 e di circa il 240% in più di consumo d’acqua. Tutto ciò, conclude Passarini, "genererebbe pure un ulteriore incremento dei costi di produzione, con pesanti ripercussioni sui prezzi pagati dai consumatori, in un momento di grande difficoltà economica”.