18 Luglio 2022

Fotovoltaico: Cia Padova, su aree interesse coinvolgere Comuni e agricoltori

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L’istanza della Confederazioni a seguito dell’approvazione del Pdl 97 in Consiglio regionale

Il parco fotovoltaico a Bagnoli da 40 ettari, ma non solo. A seguito dell’approvazione di martedì scorso in Consiglio regionale del Pdl 97 sul fotovoltaico a terra, Cia-Agricoltori Italiani Padova chiede il coinvolgimento delle organizzazioni agricole nella definizione delle “aree di interesse”.

"Giusto che in primo luogo si esprimano i Comuni -sottolinea il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini-. Nessuno conosce il territorio come le amministrazioni locali”. Tuttavia, aggiunge, “riteniamo sia altrettanto opportuno rendere partecipi le associazioni agricole nel processo decisionale. In ogni caso, il principio cardine che regola la nostra azione è uno solo: no al consumo di suolo agricolo”.

“Siamo favorevoli al fotovoltaico e a tutte le forme di investimento nelle energie rinnovabili -aggiunge il direttore-. Esiste, però, il pericolo concreto che questi impianti sorgano su aree coltivate o coltivabili, e proprio mentre la situazione internazionale spinge nella direzione di una maggiore produzione interna di beni alimentari”. Non va dimenticato, peraltro, che da anni la provincia di Padova, in particolare la zona della cintura urbana, è ai primi posti a livello nazionale per consumo di suolo. Motivo per cui Cia Padova propone che tali impianti vengano realizzati sui tetti, sui capannoni o su quelle parti di territorio che non hanno – neanche potenzialmente – vocazione agricola. Per quanto riguarda l’operatività, la nuova legge regionale concede, in alcuni casi, di collocare i pannelli su campi già coltivati: si tratta del cosiddetto agrivoltaico, ovvero l’installazione di un impianto fotovoltaico su degli appezzamenti agricoli, in modo da sfruttare il terreno stesso e, contestualmente, produrre energia pulita. Questo particolare sistema prevede l’installazione dei pannelli su pali d’acciaio alti diversi metri che intercettano la luce del sole e permettono al tempo stesso di coltivare il suolo. “Chiediamo che sia portata avanti una seria sperimentazione al fine di valutare l’effettiva capacità di produzione degli appezzamenti in questione”, analizza il direttore.

Vero che la normativa è di carattere regionale, ma l’impatto ricadrà sui singoli Comuni. Da qui, appunto, la richiesta che l’individuazione delle aree di interesse sia in capo ai Municipi stessi, in stretta collaborazione con le organizzazioni agricole. Infine, Cia Padova lancia un appello ai consiglieri regionali: “Nel testo approvato non si fa nessun accenno alle misure compensative; ad esempio, per ogni impianto dovrebbero venire costruite delle vasche di laminazione o per la raccolta dell’acqua piovana”.