24 Novembre 2025

Florovivaisti Italiani-Cia: strutturale la crisi dei substrati. Serve tavolo nazionale

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Al convegno "Oltre la torba", il presidente Aldo Alberto: "Preoccupano prezzi e possibili speculazioni. Chiediamo intervento Masaf"

La drastica riduzione della disponibilità di torba in Europa non è un'emergenza passeggera, ma una crisi strutturale che impone un immediato cambio di paradigma. È questo il messaggio unanime emerso dal convegno, a Roma, "Oltre la Torba: gli scenari e le strategie per la sostenibilità del Florovivaismo", il 19 novembre scorso, in Auditorium "Giuseppe Avolio". L'evento, organizzato dall'Associazione Florovivaisti Italiani e Cia-Agricoltori Italiani, ha riunito esperti, ricercatori e produttori per analizzare quella che è stata definita una tempesta perfetta dei substrati.

Ad aprire i lavori, il presidente di Florovivaisti Italiani-Cia, Aldo Alberto, che ha evidenziato la posta in gioco: "L'importanza del florovivaismo per l'agricoltura e per il verde e l’ambiente è strategica. Oggi, però, siamo di fronte a una minaccia seria. Non ci preoccupa solo la disponibilità dei materiali, ma anche l'aumento dei prezzi dei substrati, che fa temere possibili speculazioni. La competitività delle nostre aziende, che ogni giorno competono con colossi europei, dipende anche dal giusto prezzo di un componente essenziale della produzione. Non possiamo farci trovare impreparati all'inizio della prossima stagione produttiva -ha continuato Alberto- specialmente dopo le molteplici congiunture che il settore ha già affrontato negli ultimi anni. Per questo, come Associazione, stiamo già lavorando e continueremo a farlo per richiamare l'attenzione della politica, in primis del Masaf, su queste dinamiche".

A moderare l'incontro, Emanuela Milone, vicepresidente di Florovivaisti Italiani-Cia, che ha ribadito la necessità di un'azione collettiva: "Il florovivaismo è il settore più colpito da questa crisi. Chiediamo un tavolo di confronto nazionale che riunisca produttori, ricercatori e istituzioni per accelerare lo sviluppo di filiere alternative sostenibili ". Daria Orfeo, Direttrice AIPSA, ha confermato la situazione, parlando di "una delle crisi più significative degli ultimi decenni" dovuta a pressioni climatiche, ambientali e geopolitiche. La soluzione, secondo Orfeo, passa attraverso la "diversificazione delle fonti" e un "dialogo costante tra tutti gli attori della filiera" per gestire la transizione.

Ma quali le alternative? Sonia Cacini del CREA ha illustrato lo stato della ricerca. Non esiste un sostituto unico, ma un ventaglio di opzioni: compost verde, fibre di cocco, fibre di legno stabilizzate e nuovi materiali come sfagno, biochar e digestati. "L’introduzione di nuovi materiali organici -ha spiegato Cacini- richiede particolari attenzioni nella gestione agronomica e la definizione di protocolli standardizzati per superare criticità specifiche". Proprio sulla gestione in vivaio si è concentrato Andrea Minuto, direttore del CeRSAA. "La torba era apprezzata per la sua stabilità chimica, fisica e microbiologica; le alternative sono, per natura, in continua trasformazione ed evoluzione. Questo -ha spiegato Minuto- impone ai vivaisti un salto culturale: si deve imparare a gestire sistemi di coltivazione biologicamente attivi, affrontando nuove sfide agronomiche".

Il messaggio conclusivo, emerso dal dibattito finale, è chiaro: la transizione è complessa e non può essere lasciata solo sulle spalle delle imprese. "Solo una collaborazione sinergica tra produttori di substrati, imprese vivaistiche, istituzioni e ricerca potrà garantire un futuro stabile per il florovivaismo italiano".