Fauna selvatica: Cia Veneto all'incontro a Roma con Lollobrigida
Un incontro col Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per trovare soluzioni concrete e condivise in merito all’annoso problema della fauna selvatica nella nostra Regione. Oggi, venerdì 4 luglio, il Dicastero ha incontrato nella sede di Cia-Agricoltori Italiani, a Roma, tutti i dirigenti veneti interessati alla questione. Fra questi, il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, ha evidenziato al Ministro le criticità, soprattutto in Lessinia, nel Bellunese e nei Colli Euganei. Cia ha quindi presentato a Lollobrigida la proposta di riforma della legge 157 del 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio".
“In primo luogo -osserva lo stesso Passarini- siamo tenuti a sostituire il concetto di protezione con quello di gestione della fauna”. In altri termini, la finalità della normativa è la ricerca della densità ottimale delle singole specie in un determinato ambiente. “Chiediamo anche il rafforzamento dell’autotutela degli agricoltori, previa autorizzazione dell’Ispra, con interventi preventivi o abbattimento con armi da fuoco, se muniti di licenza”. E ancora: “Occorre il risarcimento totale dei danni diretti e indiretti subiti dalle attività agricole a motivo della fauna selvatica”. La gestione dei risarcimenti deve essere di competenza della Regione, “utilizzando pure i fondi derivanti dalle tasse di concessione venatoria”. Non è dunque una risposta sufficiente “l’eventuale trattenimento degli animali abbattuti quale forma di compensazione”. Da ricostituire, inoltre, il Comitato tecnico faunistico venatorio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. In ultima analisi, puntualizza il presidente, “la responsabilità del contenimento della fauna selvatica è ancora troppo frammentata tra enti diversi, così come le organizzazioni agricole non sono sufficientemente coinvolte nei processi decisionali”. Ovvero, manca una governance agricola relativamente alla gestione della fauna selvatica: non sempre vengono convocati dei tavoli congiunti. Mentre i danni da fauna selvatica non sono ancora qualificati come calamità strutturale.
“Al Ministro abbiamo domandato di fare presto -aggiunge Passarini-. Non possiamo più aspettare, gli agricoltori sono esasperati”. In vista della prossima vendemmia sui Colli, aggiunge, “il rischio è che in alcune zone del Parco le uve vengano azzerate, come già successo in passato. È necessario un iter chiaro -conclude- che dia una reale priorità alle esigenze degli imprenditori agricoli. Ora o mai più, va cambiata la legge che regola la materia”.