21 Luglio 2020

Fao: 27 Paesi a rischio crisi alimentari per Covid

#emergenza #agricoltura #alimentazione #cibo #malattie #povertà
Condividi

Pandemia incide su livelli di insicurezza e fame acuta già esistenti. Intervenire subito e su larga scala

Nessuna regione del mondo ne è immune, ma ci sono 27 Paesi in prima linea per le crisi alimentari che incombono a causa del Covid-19. Gli effetti della pandemia, infatti, aggravano nel loro caso, i fattori persistenti legati alla fame. A spiegarlo è il nuovo rapporto pubblicato da Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) e Wfp (Programma Alimentare Mondiale che hanno collaborato all’analisi congiunta delle aree più esposte a potenziale e peggiore emergenza alimentare da decenni.

Nella lista, compaiono: Afghanistan e Bangladesh in Asia, Haiti e Venezuela in America centrale, Iraq, Libano, Sudan e Siria in Medio Oriente, Burkina Faso, Camerun, Liberia Mali, Niger, Nigeria, Mozambico, Sierra Leone e Zimbabwe in Africa. Il rapporto congiunto Fao-Wfp segnala che nei prossimi mesi questi paesi saranno ad alto rischio di un notevole peggioramento della sicurezza alimentare - che in alcuni casi è già in atto -, incluso l'aumento delle persone colpite da fame acuta.

Si tratta di Paesi che erano già alle prese con alti livelli di insicurezza alimentare e fame acuta già prima del Covid-19 a causa di crisi preesistenti, recessione economica, instabilità e insicurezza, eventi climatici estremi, parassiti delle piante ed epizoozie.

"Ora sono in prima linea e sopportano il peso dell'impatto dirompente del Covid-19 sui sistemi alimentari, che sta alimentando la crisi alimentare all'interno della crisi sanitaria -ha dichiarato il direttore generale della Fao, QU Dongyu, aggiungendo: Non dobbiamo considerarlo un rischio che prima o poi si presenterà: è un problema che non possiamo rimandare a domani. È necessario fare di più per tutelare i sistemi alimentari e le popolazioni vulnerabili e dobbiamo intervenire subito".

I dati emersi dalle indagini che la Fao sta svolgendo nei Paesi in crisi alimentare, confermano l'analisi congiunta, indicando che la produzione alimentare si sta rivelando una sfida seria.

Gli agricoltori intervistati segnalano numerose difficoltà nell'accesso alle sementi, con conseguenti riduzioni della semina. Ad Haiti il 90% degli intervistati prevede una notevole diminuzione della produzione cerealicola. In Colombia, oltre la metà degli allevatori intervistati lamenta difficoltà nell'accesso ai mangimi, mentre nel Sud Sudan due terzi degli intervistati affermano di avere difficoltà ad accedere all'assistenza veterinaria.

Questa dinamica porterà probabilmente a un circolo vizioso: calo della produzione, minori opportunità di lavoro in agricoltura e aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, il che comporterà l'adozione di strategie negative per far fronte alla situazione e l'ulteriore deterioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale.

Nel tentativo di contrastare i trend emergenti, la Fao ha pubblicato l'appello rivisto per 428,5 milioni di dollari nell'ambito del Piano Globale di Risposta Umanitaria al Covid-19 del sistema delle Nazioni Unite. Affronta le crescenti esigenze del settore agroalimentare, concentrandosi sull'assistenza urgente per la salvaguardia dei mezzi di sussistenza e il mantenimento delle filiere alimentari. Ciò per far sì che le persone più vulnerabili possano accedere e produrre alimenti essenziali e nutrienti, nonché sulla raccolta e l'analisi dei dati per intervenire in modo mirato.

"Se interveniamo subito e su larga scala -ha detto il direttore generale della Fao- possiamo mantenere il maggior numero possibile di persone alla produzione del cibo, tutelando i loro mezzi di sussistenza e riducendo il bisogno di assistenza alimentare umanitaria, al tempo stesso gettando le basi per una ripresa efficace. Non è troppo tardi per scongiurare la peggiore crisi alimentare da decenni".

La scorsa settimana il Consiglio della Fao ha, anche, approvato la proposta del direttore generale di istituire un nuovo Ufficio per la Resilienza e le Emergenze, che mira a espandere notevolmente le capacità dell'organizzazione nel rispondere alle crisi umanitarie e tutelare i mezzi di sussistenza per salvare vite.