Export: Cia, Made In Italy record in Usa e UK per paura dazi e Brexit
L'Ufficio Studi analizza l'ultimo rapporto Istat sul commercio estero agroalimentare
Il 2019 mette il turbo all’export agroalimentare del Made in Italy nei primi due mesi, con un record negli Usa e in Gran Bretagna. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati Istat dell’Ufficio Studi di Cia-Agricoltori Italiani, che fa registrare a gennaio-febbraio un’importante riduzione del deficit della bilancia commerciale agroalimentare italiana (-38%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Su base tendenziale, le esportazioni agroalimentari Made in Italy (6,7 miliardi di euro) sono cresciute del 6,6% (+1% per i prodotti agricoli e +7.8% per gli alimenti) mentre le importazioni (7,2 miliardi) hanno avuto una variazione positiva pari all’1.3% (+5.2% per i prodotti agricoli e -0.5% per gli alimenti).
A trainare il boom dell’export agroalimentare sono state le vendite di prodotti agricoli, cibi e bevande tricolori fatte registrare dall'Istat soprattutto in due mercati "storici" per l'Italia. Negli Usa, terzo sbocco commerciale per l'Italia agroalimentare, l'incremento annuo ha sfiorato il 17% mentre in Gran Bretagna (quarto mercato di riferimento), la crescita degli acquisti Made in Italy è valsa oltre 10 punti percentuali.
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Cia-Agricoltori Italiani, questa corsa all’approvvigionamento riflette i timori e le preoccupazioni degli importatori presenti nei Paesi che, nei primi mesi dell'anno, sono stati al centro di allarmismi e tensioni politiche sul fronte del commercio internazionale: negli Stati Uniti, con le minacce di dazi da parte di Trump e Oltremanica, con l'empasse politica nella gestione della Brexit.