Europee: Cia Toscana, la politica deve ascoltare l’agricoltura
Servono reddito e giusto valore alle produzioni
"La nostra volontà e il nostro impegno è quello di far conoscere quelli che sono i problemi della nostra agricoltura alla politica. Gli agricoltori vogliono un giusto reddito per tutto ciò che producono con grande sacrificio, non vogliono essere assistiti. In dieci anni la Toscana ha perso il 28,3% di aziende agricole e oltre il 15% di superfice agricola". Lo ha sottolineato Valentino Berni, presidente Cia Toscana al convegno che si è svolto a Firenze, dal titolo "La riforma dele politiche europee per la sostenibilità, l’innovazione e l’affermazione dell’impresa agricola" e moderato da Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana.
Durante il convegno si sono susseguiti interventi di rappresentanti delle istituzioni, forze politiche, candidati alle prossime elezioni europee. E’ intervenuto Roberto Scalacci, dirigente Agricoltura Regione Toscana.
"Il valore lungo la filiera è il problema da affrontare -ha ribadito Berni-. A ogni prodotto agricolo deve essere riconosciuto il giusto valore. Non è più procrastinabile una legge nazionale sul tema, ma si deve agire anche a livello europeo. In primis, oltre alla revisione della Direttiva per le pratiche sleali, si chiede un osservatorio Ue su costi, prezzi e marginalità. Bisogna intervenire anche su una revisione delle politiche finalizzate ad incentivare l’aggregazione e le relazioni di filiera. Il valore delle filiere nasce dalla materia prima".
Le novità della Pac per il 2024 e gli scenari per il futuro, nell’intervento di Angelo Frascarelli, professore associato Università di Perugia, Dipartimento Scienze agrarie, alimentari e ambientali. "La nuova Pac alleggerisce la condizionalità, meno vincoli ambientali, con gli stessi soldi. Per la Toscana non cambia molto. In particolare, per i piccoli agricoltori -ha spiegato-. L’Unione europea ha fatto in un mese e mezzo una riforma per la quale normalmente ci vogliono anni, dopo le proteste e accogliendo alcune delle proposte. Ad esempio, il 4% che non scompare, ma passa da vincolo a incentivo. Fino al 2027 la Pac rimarrà questa, Pac (che vale il 33% del budget) nata con la logica del sostegno al reddito per la sostenibilità". E per la Pac post 2027? "Ancora non ci sono anticipazioni, ci saranno dopo le elezioni europee. E’ il tempo di dire cosa vogliono gli agricoltori, di trasferire ai nuovi parlamentari europei".
Ha parlato del futuro dell’agroalimentare Leonardo Casini, professore ordinario Università di Firenze, Dipartimento Scienze e Tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali: "Il futuro dell’agricoltura è una bella sfida per il futuro del Parlamento europeo e della Commissione -ha dichiarato-. L’andamento storico vede un progressivo abbandono delle superfici agricole e delle vocazioni delle nuove generazioni verso l’agricoltura, mentre abbiamo bisogno di prodotti agroalimentari e di salvaguardare il territorio. Riuscire a creare un futuro sostenibile per le realtà rurali è la sfida principale per il prossimo futuro".