15 Ottobre 2019

Donne rurali: oltre un quarto della popolazione, ma contano ancora poco

#sostenibilità #agricoltura #donne
Condividi

Giornata internazionale Onu con attenzione allo sviluppo sostenibile

“Sono una forza potente che può guidare il progresso globale. Le prime ad adottare nuove tecniche agricole, le prime a reagire nelle crisi e le prime imprenditrici di energia verde”.  A sottilinearne il valore assoluto delle donne rurali è oggi, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, in occasione della Giornata mondiale dedicata (ricorrenza che ricade nel corso della Settimana mondiale dell'Alimentazione, dal 14 al 18 ottobre e in vista della Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà il 17 ottobre). 

Con le parole di Guterres, l’Onu invita quest’anno tutti i Paesi, soprattutto quelli in via di sviluppo, a guardare alle donne e alle ragazze rurali per promuovere il progresso delle società e a rilanciare le loro capacità per resistere ai cambiamenti del clima.

Sono tantissime le donne rurali, oltre un quarto della popolazione mondiale, ma contano pochissimo -chiosa Guterres. A livello globale, una donna su tre è impiegata nel settore agricolo, oltre il 40% della forza lavoro nei Paesi in via di sviluppo: coltivano i campi, lavorano i prodotti, pompano l'acqua dai pozzi dove manca la rete idrica, cucinano, badano alle faccende domestiche, si occupano della prole e dell’intera famiglia, sono di riferimento per l’intera comunità rurale e sono in prima linea quando le risorse naturali e l'agricoltura sono minacciate da eventi di ogni genere. Ma il loro potere decisionale è minimo o nullo.

Le donne rurali -ammonisce Guterres- rappresentano la spina dorsale di molte comunità, ma continuano ad affrontare ostacoli che impediscono loro di realizzare il proprio potenziale”. Servono però riforme politiche, investimenti economici ma anche cambiamenti culturali per sostenere le donne rurali in questa difficile missione. Le donne rurali vivono peggiori condizioni familiari e lavorative rispetto agli uomini, non hanno pari opportunità, sono maggiormente sottopagate o non retribuite, quindi più povere, meno istruite. Sovente non hanno diritti alla proprietà, tanto che meno del 13% dei proprietari di terreni agricoli è una donna e lamentano grandi difficoltà di accedere al credito e di contrattare i prodotti agricoli sui mercati.

Il cambiamento climatico -osserva ancora il segretario generale dell’Onu- aggrava queste disuguaglianze, lasciando le donne e le ragazze delle zone rurali più indietro. Un quarto dei danni e delle perdite totali derivanti dai disastri climatici tra il 2006 e il 2016 è stato subito dal settore agricolo dei Paesi in via di sviluppo, e le donne sono state colpite in misura sproporzionata in tali disastri”.

“Allo stesso tempo, le donne delle zone rurali – ricorda Guterres - sono depositarie di conoscenze e competenze che possono aiutare le comunità e le società ad adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici attraverso soluzioni basate sulla natura e a basse emissioni di carbonio. In quanto agricoltrici e produttrici, esse svolgono un ruolo centrale nell'abbracciare pratiche sia tradizionali che moderne per rispondere alla variabilità climatica e a shock come siccità, ondate di calore e precipitazioni estreme. Ascoltare le donne delle zone rurali e amplificare le loro voci -conclude il segretario generale dell’Onu- è fondamentale per diffondere le conoscenze sui cambiamenti climatici e per esortare i governi, le imprese e i leader delle comunità ad agire”.