28 Novembre 2022 | dal Territorio

"Degustando la Toscana" approda in Maremma

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Protagonisti dell'evento di Cia regionale l'olio evo IGP e la ricotta grossetana

Promuovere e valorizzare i nostri prodotti a marchio, le STG (specialità tradizionale garantita), i prodotti agricoli tradizionali (Pat), le produzioni della montagna, quelli da agricoltura integrata e il bio della nostra regione. E’ questo l’obiettivo del progetto Degustando la Toscana di Cia-Agricoltori Italiani Toscana. Il percorso che propone 18 iniziative territoriali per valorizzare le filiere agricole locali, attraverso iniziative negli agriturismi, nei mercati e nelle Botteghe della Spesa in Campagna ha fatto tappa anche in Maremma ospite dall'agriturismo il Duchesco ad Alberese dove, oltre alla degustazione dell’olio evo Igp toscano e della ricotta grossetana, c’è stato anche un momento di confronto sulle problematiche che i prodotti di eccellenza riscontrano nell’assicurare la  sostenibilità delle produzioni

“L’olio e la ricotta da sempre sono tra i prodotti di eccellenza della Maremma -ha spiegato Claudio Capecchi presidente di Cia Grosseto-. La ricotta è uno degli alimenti più comuni da trovare nelle tavole degli italiani. È un prodotto della caseificazione e anche se molti pensano sia un sottoprodotto non lo è. La qualità di una buona ricotta dipende sicuramente dall’intero metodo di lavorazione e dalle qualità dell’erba pascolata; è proprio questa infatti che conferisce profumi e le caratteristiche nutrizionali del prodotto finito. Purtroppo questa eccellenza, che da noi è prodotta principalmente con il latte di pecora, è a “rischio estinzione” a causa dell’età sempre più avanzata degli allevatori, delle continue predazioni, della poca marginalità di reddito e della drastica diminuzione del numero di aziende ovicaprine. Vale ricordare -ha aggiunto il presidente- che la ricotta non rappresenta solo un ottimo prodotto da tavola ma anche il mondo della pastorizia che è in forte sofferenza e che, se scompare definitivamente, causerà l’abbandono di aree marginali che oggi sono coltivate solo da chi fa zootecnia e in particolare dai pastori che lavorano terreni impervi per il pascolamento".

"Altro prodotto tipico della nostra cultura alimentare in difficoltà è l’olio IGP, in crisi per la mancanza di manodopera specializzata, a causa dei cambiamenti climatici, per la persistenza della mosca olearia e per la mancanza di una politica di pianificazione e di un’ottimizzazione delle risorse idriche. Molti oggi guardano alle produzioni intensive o super intensive che noi, però -ha concluso il presidente Cia Grosseto- non riteniamo un’alternativa all’olivicoltura collinare perché necessitano di una grande quantità di acqua e perché non appartengono al nostro patrimonio culturale. Per questi motivi sosteniamo l’olivicoltura tradizionale impegnandoci per una maggiore e migliore specializzazione del settore”.