Dazi Usa: Cia Grosseto, da nuove tariffe minaccia per la Maremma
L’introduzione dei dazi del 20% sui prodotti europei da parte degli Stati Uniti metterà a dura prova il settore agroalimentare italiano, con Grosseto tra le province più colpite. Il rischio è concreto: le eccellenze locali, pilastri dell’economia del territorio, potrebbero subire un colpo durissimo, con conseguenze difficili da quantificare.
"Una tempesta perfetta", commenta Claudio Capecchi, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Grosseto, sottolineando come il comparto agricolo stia già affrontando sfide sempre più complesse: cambiamenti climatici, aumento dei costi di produzione, pressione della fauna selvatica e problemi strutturali nelle aree interne. Ora, la politica protezionistica americana potrebbe aggiungere un ulteriore ostacolo, rendendo ancora più fragile un settore cruciale per l’economia locale.
Per l’economia maremmana, i prodotti più a rischio sono alcuni dei simboli del Made in Italy: l’olio extravergine d’oliva, il pecorino DOP ai quali si aggiungono anche il grano e il vino. Questo solo per citare alcune eccellenze locali
L’olio extravergine d’oliva, che rappresenta una quota significativa delle esportazioni agroalimentari grossetane verso gli Stati Uniti, è un prodotto d’eccellenza, apprezzato per qualità, genuinità e benefici per la salute. Ma con l’applicazione dei dazi, la sua competitività sul mercato americano sarebbe seriamente compromessa.
Anche il pecorino DOP, fiore all’occhiello della tradizione casearia maremmana, rischia un contraccolpo pesante, mettendo in crisi un’intera filiera già provata da altre difficoltà economiche.
Per comprendere la portata del problema, bastano alcuni numeri: il 71% dell’export agroalimentare della provincia di Grosseto è destinato agli Stati Uniti, per un valore che supera i 236 milioni di euro. Dati che rendono evidente quanto il territorio sia esposto alle conseguenze della politica dei dazi e giustificano la forte preoccupazione del settore.
"Viviamo un triste primato", aggiunge Capecchi, evidenziando come il mercato statunitense sia cruciale non solo per i produttori, ma per l’intero sistema economico e sociale della provincia, che potrebbe subire ripercussioni a lungo termine.