12 Marzo 2020

Coronavirus: Italia chiusa fino al 25 marzo, garantiti alimentari e farmacie

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Nuova stretta governo per bloccare epidemia. Priorità salute cittadini

Resta garantita, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, l’attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare, comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi. Nel nuovo decreto, in vigore fino al 25 marzo, il governo opera una nuova stretta sull’Italia per bloccare l’avanzata del Coronavirus: si chiude tutto, tranne i servizi essenziali come alimentari e farmacie.

Più in dettaglio, rispetto all’ultimo Dpcm, le nuove disposizioni prevedono la chiusura di ulteriori attività: stop, dunque, a bar, pub, ristoranti (per tutto il giorno e non solo dopo le 18), ma restano garantite le consegne a domicilio. Chiudono parrucchieri, centri estetici, servizi di mensa, mercati di ogni tipo. Saranno invece aperti tabacchi, lavanderie, edicole. Lavoreranno anche idraulici, meccanici, benzinai e pompe funebri.

Fabbriche e aziende continueranno in base a precisi accordi delle Regioni con i sindacati, ma con “misure di sicurezza”, considerato che ci sono due filiere essenziali che, per nessuna ragione, devono entrare in sofferenza: quella agroalimentare e quella sanitaria. Garantiti i servizi bancari, assicurativi, postali, e i trasporti, con possibili riduzioni però per quanto riguarda quelli locali, i taxi, ma anche treni e aerei.

Si può uscire di casa solo per motivi di lavoro, di salute o di necessità. Non c’è un esplicito divieto di passeggiate nel decreto, ma resta l’invito a non uscire se non per comprovati motivi di necessità.

Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore domani -ha detto il premier Giuseppe Conte, annunciando il decreto della Presidenza del Consiglio-. L’effetto di queste misure si vedrà fra due settimane, dico grazie agli italiani”.

Obiettivo tassativo, per quanto mi riguarda, è garantire il pieno funzionamento della filiera alimentare, dalla produzione alla distribuzione -ha aggiunto la ministra Teresa Bellanova-. Farlo nell’interesse dei cittadini che devono poter continuare a fare la spesa con la massima tranquillità, sapendo che non troveranno gli scaffali vuoti. E farlo anche nell'interesse delle imprese, che devono poter continuare a lavorare e a dare lavoro, sapendo che il momento è difficile, che verremo loro incontro ma che quando tutto passerà ci saranno le condizioni per rialzarsi. E infine farlo compatibilmente con la gravità della situazione, perché la priorità è e deve rimanere la salute dei cittadini”.