06 Aprile 2020

Clima: Cia Padova, le contromisure degli agricoltori

#siccità #emergenza
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Non piove da settimane, e le previsioni non sono buone addirittura per tutto il mese di aprile. Per evitare rischi in termini di raccolto e resa, gli agricoltori hanno anticipato la semina del mais, la cui superficie coltivata in provincia di Padova si attesta sui 36mila metri ettari (il valore più alto dell’intera Regione). Una scelta per certi aspetti “storica”, compiuta per scongiurare gli effetti potenzialmente devastanti su tale coltura derivanti dai mutamenti climatici.

“Una volta la messa a dimora avveniva tradizionalmente verso la fine di aprile, in occasione di San Marco -osserva il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Padova, Roberto Betto-. Oggi, invece, siamo chiamati a far fronte ai repentini cambiamenti climatici”. “Non aiutano in questo senso le temperature particolarmente fredde che stiamo registrando in ampie zone della Provincia, soprattutto nottetempo. I terreni sono secchi e la prolungata mancanza d’acqua li renderà molto difficili da lavorare”.

“Abbiamo anticipato i tempi -continua- anche alla luce di quanto successo a maggio dell’anno scorso, quando per giorni e giorni si susseguirono abbondanti precipitazioni, che hanno finito per compromettere, almeno in parte, gli stessi raccolti”. Osservate speciali pure le coltivazioni frutticole (su tutte ciliegi, albicocchi e, fra poco, i peschi) e le orticole, che stanno germogliando proprio adesso. “Se dovesse continuare questo freddo notturno, fuori stagione, consigliamo pure a chi ha l’orto dietro casa di coprire le piantine con appositi teli”.

Il presidente di Cia Padova lancia quindi un appello rispetto al consumo di prodotti italiani: “Oggi più che mai è necessario che le famiglie comprino tipicità e primizie locali. Solo così riusciamo a garantire un equo reddito agli imprenditori agricoli, alle prese nell’attuale contesto storico con l’emergenza coronavirus e, appunto, i mutamenti climatici. Alle Istituzioni abbiamo infine chiesto la predisposizione di un fondo di garanzia di reddito nell’ambito della prossima Pac, Politica agricola comune. In caso di criticità gli agricoltori sarebbero comunque garantiti in termini di entrate. Non possono, e non devono, lavorare in perdita. Un rischio che, come vediamo in queste settimane, è sempre dietro l’angolo”.