Clima: Cia, dopo Cop24 tema diventi priorità nelle politiche nazionali
Dagli Agricoltori Italiani l’appello a fare meglio e più in fretta. Regole approvate a Katowice non eque
Cia-Agricoltori Italiani esprime preoccupazione rispetto all’esito della Conferenza Onu sul clima conclusasi a Katowice, in Polonia, con la stesura di un pacchetto di misure pensate per rendere operativo l’Accordo di Parigi. Chiede, quindi, che la questione clima diventi priorità nelle politiche nazionali.
Per gli Agricoltori Italiani, infatti, il rulebook della Cop24, cui si arrivati al termine di una lunga e difficile trattativa, oltre a non essere vincolante, non guarda in prospettiva e mette a rischio il reale raggiungimento dell’obiettivo, fissato nel 2015 in Francia. Resta ancora lontano, dunque, l’intento di limitare l’aumento della temperatura media globale, entro fine secolo, ad un massimo di 2 gradi.
L’agricoltura -spiega Cia- sta già toccando con mano gli effetti dei cambiamenti climatici e anche l’Italia è già ampiamente coinvolta. Il nostro Paese, rientra, infatti, nell’hotspot climatico del Mediterraneo, tra le aree geografiche più vulnerabili al riscaldamento della terra, con un aumento di temperatura di oltre un grado raggiunto negli ultimi cento anni.
Cia-Agricoltori Italiani, che sperava in una risoluzione positiva, ritiene che si poteva fare di più e meglio, convergendo su soluzioni eque per intervenire a fronte di una crisi già in atto, non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma nell’Europa stessa.
Il documento redatto, inoltre, omette i diritti umani, la sicurezza alimentare e l’uguaglianza di genere, nonostante la grande partecipazione della società civile su questi temi, e lasciando così, ancora a distanza inclusione ed equità. Sono stati promessi 128 milioni di dollari per il Fondo di adattamento, una cifra assolutamente non significativa che rischia di essere ancor più vana senza regole stringenti.
Secondo Cia, anche a tutela dell’agricoltura, servono politiche di adattamento in grado di essere efficaci da subito, andando oltre il rimedio immediato delle assicurazioni, e concentrandosi anche sulle necessità di lungo periodo. Ci sono risorse per farlo, anche a beneficio dei Paesi più deboli.
In vista di Cop25, il prossimo anno in Cile, ci si aspetta un lavoro mirato sull’aumento delle ambizioni degli Stati, gli Indc (Intended Nationally Determined Contributions), vale a dire le promesse di riduzione delle emissioni di CO2, soprattutto da parte di quelli più reticenti.
Cia-Agricoltori Italiani considera, infine, la possibilità di ospitare in Italia la Cop26 del 2020, un’opportunità per affrontare sempre più da protagonisti la tutela dell’ambiente e della sua biodiversità.