Cimice asiatica: il 30 gennaio gli agricoltori Cia in piazza a Ferrara
Mobilitazione Agrinsieme presentata a Verona da Fini, Passarini e Baldo
Saranno migliaia gli agricoltori in piazza giovedì 30 gennaio a Ferrara, per chiedere sostegno al settore colpito dalla cimice asiatica.
La manifestazione, organizzata sotto il cappello di Agrinsieme, è stata presentata oggi a Verona da Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto; Cristiano Fini, presidente di Cia Emilia-Romagna; Mara Baldo, vicepresidente Cia Trentino-Alto Adige.
“Nel solo 2019 -hanno spiegato i presidenti Cia- i danni al comparto ortofrutticolo sono stati pari a 600 milioni di euro, compreso l’indotto. Lo stanziamento del governo è di 80 milioni di euro per tre anni (tramite anche il Fondo di Solidarietà Nazionale, come previsto dalla legge 102/2004) per tutte le regioni del Nord. In più, la Regione Veneto ha previsto, a livello locale, un ulteriore stanziamento di 4 milioni di euro: si tratta comunque di misure insufficienti”.
Passarini, Fini e Baldo hanno ricordato come “i nostri agricoltori producono cibo di qualità e danno vita a importanti filiere. Un patrimonio al quale i nostri territori non possono rinunciare. Se non si troveranno soluzioni tempestive, a rischio ci sono migliaia di posti di lavoro”.
Un primo risultato dell’annunciata mobilitazione sembra a portata di mano: “C’è un accordo tra Ministero delle Politiche agricole e Abi per la sospensione dei mutui nelle zone colpite dal flagello della cimice asiatica. Questo accordo deve trovare velocemente compiutezza in un decreto del governo”.
Tra le richieste che verranno mosse in piazza, l’aumento della dotazione finanziaria destinata -attraverso la legge di Stabilità- alle aziende colpite da calamità e alle cooperative di conferimento, che ne trasformano e commercializzano il prodotto; poi investimenti a sostegno della ricerca scientifica -pubblica e super partes- sulla cimice asiatica, in quanto non esiste nessun tipo di difesa contro gli attacchi di questo insetto alieno.
“Nei confronti dell’Ue, il Governo nazionale deve chiedere le coerenti modifiche alle norme e ai regolamenti comunitari per permettere l’aumento della clausola di salvaguardia per le Organizzazioni di Produttori sino all’80% per evitare che queste, a causa della riduzione dei conferimenti, perdano i requisiti del riconoscimento. L’aumento, dall’attuale 0,5% allo 0,9%, delle risorse destinate dall’OCM ortofrutta per il ristoro dei danni, riservando quest’aumento ai soli danni causati dalla cimice. L’attivazione dell’art. 221 del Regolamento Ue n. 1308/2013 per ristorare i danni, evidenziando che la calamità ha assunto ormai un carattere sovraregionale -concludono i presidenti Cia- e deve essere affrontata con la dovuta risolutezza: chiediamo dignità per questo settore”.