23 Giugno 2025

Pescagri-Cia Veneto: esiste una via d'uscita per superare crisi ittica Lago di Garda

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Le proposte nel corso del convegno sul tema ad Affi

Pesca, vino e olio: le eccellenze del sistema Garda tirano il turismo (+9,4 % presenze sulla sponda veronese dal 2019 al 2024). In particolare il comparto ittico, nonostante le oggettive difficoltà (dalle 56 tonnellate di pescato nel 2020 alle 12 tonnellate dell’anno scorso), rappresenta ancora una punta di diamante.

“La questione principale ruota attorno al recupero ambientale del lago di Garda -ha sottolineato Marilena Fusco, direttore Pescagri Cia, in occasione del convegno “Territorio del Garda” che si è tenuto nei giorni scorsi ad Affi-. Ovvero una gestione sostenibile e integrata, coordinata dalla Regioni Veneto e Lombardia; oltre ad una rinaturazione delle sponde e ad una tutela dell’habitat riproduttivo”. Fra le cause della crisi ittica, il fermo pesca e l’interruzione dei ripopolamenti, il sovrasfruttamento (viene prelevato più pesce di quanto il lago possa naturalmente rigenerare) e un generale degrado ambientale, con fenomeni di bracconaggio e inquinamento. “Serve un’azione congiunta da parte degli enti competenti per un reale rilancio del lago in termini di pescato”, ha precisato Fusco. Un concetto, questo, che è stato ripreso pure dal consigliere regionale Alberto Bozza e dagli amministratori locali intervenuti al meeting. Secondo Pescagri Cia Veneto, inoltre, la specie ittica Coregone (lavarello), originaria del lago di Costanza, ma da oltre un secolo immessa nel Lago di Garda (e di cui rappresenta l’80% del pescato complessivo), va riconosciuta ufficialmente quale specie “para-autoctona”. Il rischio, infatti, è che a motivo di un quadro normativo incerto questa non possa più ripopolare il lago poiché annoverata quale specie alloctona. Non solo. Pescagri Cia Veneto ha raccolto ulteriori istanze avanzate dai pescatori presenti alla tavola rotonda al fine di potenziare il comparto. “Ogni misura orientata alla valorizzazione del stesso ha il nostro sostegno”, ha chiarito il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini. Il settore ittico veneto, peraltro, si fregia di numeri record: 168 milioni il fatturato annuo, 7.400 addetti, 3.849 imprese attive (dati riportati nell’ultimo report “La Pesca in Veneto”, a cura di Veneto Agricoltura). “Alle Istituzioni chiediamo un sostegno concreto”, ha concluso Passarini.