Cia Toscana: serve reddito per evitare l'abbandono delle aree interne
Secondo l'Istat, negli ultimi venti anni, la regione ha perso il 27,4% della Superficie agricola
L’agricoltura è l’ultimo baluardo per la difesa del territorio. Ma serve un reddito adeguato per evitare una fuga dalla campagna e il conseguente abbandono delle aree marginali.
La Toscana secondo i dati del VII Censimento dell’Agricoltura dell’Istat ha fatto registrare un -15,2% di superficie agricola (Sau) dal 2010 al 2020 (-2,5% la media nazionale); una regione storicamente agricola, ha insomma perso oltre un quarto (27,4%) di superficie coltivabile in soli 20 anni. Dagli 882mila ettari del 2000, infatti, la Toscana è passata ai 754mila del 2010 fino ai 640mila del 2020.
Il rapporto fra agricoltura e difesa del suolo è sempre più imprescindibile, secondo quanto è emerso nel convegno che si è svolto questo pomeriggio a Firenze, alla sede della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, organizzato da Fondazione Circolo Fratelli Rosselli e Cia Agricoltori Italiani della Toscana.
“I cambiamenti climatici e le relative conseguenze ambientali hanno reso il tema della difesa del suolo una priorità per l’Italia di cui è l’ora di prendere atto”: così Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Rosselli ed ex Ministro dell’Ambiente. “Una funzione cruciale e strategica nella difesa del suolo la assume l’attività dell’uomo che si esplica attraverso la cura dei boschi da un lato e l’agricoltura dall’altro -ha aggiunto-. È quindi estremamente significativo che il tema della difesa del suolo venga oggi affrontato da un'associazione professionale di agricoltori – Cia – insieme a una Fondazione di cultura politica come quella intitolata ai fratelli Rosselli e che la prolusione sia stata affidata ad un prestigioso studioso dell’Accademia dei Georgofili. Un’iniziativa che vogliamo continuativa proprio per le emergenze che abbiamo recentemente vissuto anche in Emilia Romagna e nella stessa Toscana”.
“L’agricoltura è l’ultimo baluardo per la difesa del territorio -ha evidenziato nella sua Lectio Magistralis, Marcello Pagliai dell’Accademia dei Georgofili-. Dove sono accaduti anche gli ultimi eventi catastrofici, va constatato che dagli anni Sessanta, sono state abbandonate le terre alte e marginali, e con esse si sono abbandonate le sistemazioni superficiali, la regimazione idrica, fin dall’inizio del percorso dell’acqua. A questo si aggiunge la crisi climatica in atto, con le piogge torrenziali e poi lunghi periodi di siccità si arriva ai disastri di oggi. Bisognerebbe riportare l’agricoltura in quelle terre abbandonate, con un programma di lungo termine e di aiuti verso i giovani, ricominciare a ripristinare una cura del territorio fin dalle zone alte. Mantenere il territorio costa, ma gli interventi post-disastri costano di più, per cui serve una programmazione e collaborazione pubblico-privato con un aiuto a sostegno degli agricoltori. Fra le cause l’abbandono delle sistemazioni idraulico agrarie del secolo scorso, quelle sistemazioni che hanno costituto quel paesaggio che ci viene riconosciuto come il Bel Paese: abbandonando queste aree è chiaro che il territorio si devasta a causa di eventi estremi. E quindi necessario ripristinare in chiave moderna, i terrazzamenti dove è possibile, oppure sistemazioni moderne che consentano una meccanizzazione adatta. Ma ricordiamo che le aziende devono essere incentivate e sostenute".
"Considerato il cambiamento climatico e l’abbandono delle aree marginali, l’agricoltura è sempre più la difesa principale per l’intero territorio, e per mantenere in piedi il sistema ambientale -ha sottolineato Valentino Berni, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana-. La difesa del suolo significa difesa dal dissesto idrogeologico, incendi, e molto altro: l’agricoltore ha il ruolo di sentinella e di lavoratore attivo, è colui che riesce a sviluppare quelle aree dove altri non possono agire. Abbiamo quindi sempre più bisogno del suo lavoro specializzato e puntuale, per dare le opportunità di crescita, mantenimento e sviluppo dei territori. Anche In Toscana stiamo avendo gravi perdite di agricoltori che in passato mantenevano le cosiddette aree marginali: il gap del reddito che viene creato dall’agricoltura è importante, dobbiamo abbattere questo gap per fare in modo che gli agricoltori possano continuare la propria attività che è funzionale per l‘intera società e cittadini”.