15 Maggio 2019

Cia Toscana: assurdo stop da Tar a braccata cinghiale

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Il presidente Brunelli: "E’ una catastrofe, danni incalcolabili"

La pratica è stata sospesa almeno fino al prossimo 17 settembre. Non è più rinviabile la modifica della legge 157/92. Lo stop del Tar della Toscana alla braccata al cinghiale è una catastrofe per tutta l’agricoltura toscana.

“Sembra incredibile -commenta Luca Brunelli, presidente Cia-Agricoltori Italiani Toscana- dover commentare una decisione del genere. Sono anni che l’emergenza ungulati è una piaga per l’agricoltura toscana, con vigneti e coltivazioni costantemente devastate; e invece di risolvere una volta per tutte, si blocca la pratica della braccata -prevista dalla Legge obiettivo della Regione Toscana- almeno fino al prossimo 17 settembre quando ci sarà un pronunciamento definitivo. I danni saranno incalcolabili”. Il Tar della Toscana ha infatti accolto il ricorso di alcune sigle animaliste sospendendo la braccata al cinghiale in tutta la regione.

Si tratta -secondo Cia-Agricoltori Italiani Toscana- di un comportamento irresponsabile e privo di ogni logica da parte di questa associazione, che reca danni economici e sociali incalcolabili in gran parte della regione.

“Una decisione -aggiunge Brunelli- che riteniamo priva di senso, dopo anni di appelli, di allarmi, di danni causati dalla fauna selvatica a tutta l’agricoltura toscana, che ogni giorno subiscono assalti da cinghiali, caprioli e selvatici. Come Cia stiamo invece lavorando alla modifica della Legge nazionale sulla caccia. In questo senso non è più rinviabile la modifica della legge 157/92 e con essa l'ottenimento di una presenza equilibrata e gestita di ungulati e selvatici sui territori italiani e toscani. Inoltre, bisogna capire quali siano i risultati della legge regionale obiettivo”.

Servono strumenti efficaci -conclude Cia-Agricoltori Italiani Toscana- per prevenire i danni all’agricoltura e garantire pagamenti in tempi rapidi tutti i danneggiamenti già subiti dalle aziende agricole; con l’obiettivo che il numero degli ungulati torni in una misura accettabile per l’ambiente e per l’economia agricola della Toscana.