Cia Reggio Emilia: vendemmia anticipata, al via subito dopo Ferragosto
Il presidente Catellani: "La quantità è in calo fino al 20% a causa di caldo e siccità, la qualità è molto buona"
“Il caldo tropicale anticipa la vendemmia reggiana: si parte subito dopo Ferragosto”. Parole di Lorenzo Catellani, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Reggio Emilia, che analizza l’andamento del settore vitivinicolo dopo mesi di siccità ed elevate temperature. Previsti significativi cali di produzione. Ma la qualità è molto buona.
“L’annata era partita in ritardo a causa di alcune ondate di freddo primaverile -inizia Catellani-, ma poi l’andamento climatico ha notevolmente accelerato i tempi tradizionali dei vitigni e sta portando a un consistente anticipo sull’avvio della vendemmia. Con le uve bianche si partirà infatti subito dopo Ferragosto: il territorio coinvolto è essenzialmente quello collinare. La vendemmia delle uve rosse – dalla Via Emilia fino al fiume Po - inizierà invece già a fine agosto. Nel dettaglio, l’Ancellotta è in grande anticipo rispetto ai tempi, i lambruschi sono invece più in linea”.
Catellani rimarca l’importanza del settore per il territorio reggiano: 8mila ettari di vigneti, con un raccolto che l’anno scorso ha raggiunto il milione e 475mila quintali. “Quest’anno la produzione è prevista in calo tra il 10 e il 20% -rivela il presidente di Cia Reggio-: le ultime settimane saranno comunque fondamentali per definire quantità e soprattutto qualità che, al momento, è molto alta. In questo momento possiamo infatti dire che le uve sono in buona salute”. La speranza è di “un agosto favorevole, non troppo caldo e con le giuste piogge. Un calo di produzione si può comunque già oggi prevedere: nella zona collinare dove non è piovuto e non si è riusciti a irrigare, i danni sono evidenti. In altre zone hanno inciso le alte temperature e la mancata decisa escursione termica tra giorno e notte. In alcune aree – collina, zona ceramiche e San Martino in Rio – è poi grandinato con consistenti danni che arrivano fino al 30%”.
Le quotazioni dei prodotti reggiani sono in linea con gli anni passati nonostante le difficoltà dell’annata, ma la marginalità si è molto ridotta. Gli imprenditori agricoli quest’anno devono infatti fare i conti - salati - con l’esplosione del costo del gasolio e delle bollette energetiche che incideranno notevolmente sui bilanci finali. Il resto della filiera sta soffrendo tantissimo: i vertiginosi rincari riguardano le bottiglie di vetro, i tappi, i noleggi dei container, le etichette e gli imballaggi. I prezzi sono alle stelle, e non sempre il materiale è disponibile.
Sull’intero settore si addensano anche le nubi che porta la flavescenza dorata, una patologia che causa la perdita della produzione e sta provocando l’estirpazione di migliaia di piante sull’intero territorio reggiano. La sua proliferazione attuale è dovuta soprattutto ai cambiamenti climatici. Sul grave problema, Catellani chiede l’intervento delle istituzioni, anche nazionali: “La sopravvivenza del settore è legata alla rapidità di intervento in campo, senza il quale l’intera filiera è a rischio. Un onere che l’agricoltura, da sola, non può sostenere".