28 Giugno 2018

Cia Reggio Emilia: sia la Regione a prendersi carico degli invasi ex Enel

#emergenza #acqua #agricoltura
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In montagna incentivare laghetti e pozzi. Nel 2017 persa produzione causa siccità per quasi 17 milioni di euro, 200 mila costo causato da nutrie a canali

"Sia la Regione in prima persona a prendere in carico gli invasi appenninici dismessi da Enel (Lagastrello ed altri) per garantire un riserva d’acqua in caso si ripetano siccità come lo scorso anno". E’ una delle proposte scaturite da Cia Reggio Emilia nel convegno tenuto al Tecnopolo “Il ruolo dell’agricoltura fra dissesto idrogeologico e siccità”, con focus sugli agricoltori come custodi del suolo.

Alcune delle altre proposte sono state, oltre allo studio di fattibilità integrato per un invaso in val d’Enza, come da documento del tavolo tecnico regionale, sottoscritto anche da Cia presso la Provincia, la richiesta di eventuali Deroghe al DMV dell’Enza in caso di situazioni difficili, come presentata un mese fa da Cia e dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale nei giorni scorsi. Accordi per un uso razionale della risorsa idrica, l'incremento dell’efficienza delle reti civili ed irrigue, il rimpinguamento delle falde.

Per l’area montana, si è chiesto di incentivare maggiormente (i fondi proverrebbero dal PSR – Piano regionale di sviluppo rurale) la realizzazione di laghetti aziendali per costituire riserve d’acqua e di pozzi, autorizzandoli senza balzelli. Inoltre, si è ipotizzato di prevedere incentivi (attingendo ancora al PSR) alla reintroduzione di buone pratiche agricole tradizionali nella lavorazione dei campi, tese a prevenire fenomeni di dissesto del terreno in caso di forti precipitazioni.

Tra i dati interessanti emersi, i danni della siccità 2017 alle attività agricole che nell’area delimitata per la calamità, sfiora i 17 milioni di euro ed ha inciso per oltre il 20% del valore della Plv (Produzione lorda) di quel territorio. Ancora per lo scorso anno, al consorzio di bonifica sono costati 200mila euro gl’interventi per il ripristino di argini collassati causa la presenza di tane delle nutrie. Un complesso di proposte, quelle riportate in precedenza ed altre per un uso razionale e per il risparmio della risorsa idrica, scaturite da analisi e riflessioni svolte nel territorio provinciale e presentate in quest’occasione dal responsabile della zona val d’Enza Antonio Senza e dal presidente della zona montana Ercole Lodi.

A concludere i lavori del convegno, il presidente nazionale Dino Scanavino, che ha ricordato -come già il presidente provinciale Antenore Cervi nell’introdurre la giornata- quanto il territorio ed il paesaggio siano da tempo al centro dei programmi dell’associazione, in una visione dell’agricoltura plurifunzionale. "Lo sarà anche in futuro, insieme alla gestione delle situazioni sociali nelle aree più vulnerabili come quelle collinari e montane, che sono fondamentali anche per la sicurezza dei territori di pianura".

Sono intervenuti inoltre rappresentanti istituzionali: il presidente della Provincia di Reggio Giammaria Manghi, il rappresentante la Regione Nicola Dall’Olio ed il presidente del coordinamento regionale di volontariato della Protezione Civile Volmer Bonini. Di alta qualità inoltre sono stati i contributi tecnici del direttore operativo irrigazione del Consorzio bonifica Emilia Centrale Paola Zanetti che ha illustrato i dati sulla val d’Enza che hanno portato al documento approvato dal Tavolo tecnico regionale già citato, e del direttore del Consorzio fitosanitario provinciale Luca Casoli che ha illustrato i dati meteo della provincia che segnalano eventi sempre più estremi ed i riflessi registrati sulle colture.