25 Settembre 2025

Cia Padova: per patata dolce di Anguillara resa in calo, ma qualità resta ottima

#produzione #agricoltura #qualità
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Nonostante i cambiamenti climatici abbiano falcidiato la raccolta, le aziende della Bassa Padovana continuano a scommettere sul tubero importato dal Brasile

Un’annata con tante ombre e poche luci per la patata dolce di Anguillara a motivo dei cambiamenti climatici. Lo rivela uno studio di Cia-Agricoltori Italiani Padova, i cui risultati vengono divulgati nel momento clou della raccolta: “A maggio le operazioni di trapianto di questa particolare radice sono state compromesse dalle piogge abbondanti, con gli appezzamenti agricoli che sono diventati impraticabili. Nelle ultime due settimane di giugno, poi, la coltivazione ha sofferto per il caldo eccessivo”. Fino alla grandinata che ha colpito il paese a macchia di leopardo lo scorso 1. agosto e il nubifragio che si è abbattuto tre settimane dopo su tutta l’area.

“Abbiamo visto stagioni migliori -sottolinea Davis Capetta, 31 anni, dal 2012 produttore di patate americane-. Se da una parte il meteo ha inciso sulle rese, dall’altra la qualità rimane ottima”. L’altra buona notizia è che da qualche tempo si stanno aprendo ulteriori, e inaspettati, mercati: “Si tratta di una radice ad elevato contenuto di magnesio e potassio; fonte di carboidrati, ma senza il risvolto dei picchi glicemici, è ideale per chi pratica sport, pure a livello amatoriale. Non solo un prodotto della tradizione, dunque, ma una felice riscoperta da parte delle nuove generazioni”. Attualmente sono una quarantina le imprese agricole della Bassa che si dedicano alla patata dolce di Anguillara (importata dal Brasile all’inizio del Novecento dai primi emigrati che rientrarono a casa), per un fatturato complessivo di circa 2 milioni di euro all’anno. Particolarmente adatti i terreni alluvionali, resi coltivabili grazie ad importanti opere di bonifica, sulle sponde del canale Gorzone e del fiume Adige. Della “patata merica” non si butta via nulla: gli scarti, infatti, vengono dati come mangime alle vacche o ai suini. Buona a merenda, a pranzo o a cena, può venire servita lessa o arrostita. Esistono diversi piatti a base di “ipomoea batatas”: gnocchi, pasticci, risotti, perfino una torta simile ad una crostata.

“Con lo strategico sostegno delle Istituzioni locali e regionali -chiarisce la segretaria della zona Conselve di Cia, Monica Gazzetta- siamo chiamati a continuare a scommettere su tale eccellenza, che sta vivendo una sorta di seconda giovinezza”. Tutto il Conselvano, peraltro, possiede delle enormi potenzialità in termini di agricoltura: “I nostri prodotti tipici, su tutti il Bagnoli Friularo, vanno fatti conoscere sempre di più al grande pubblico: così si innesca un circolo economico virtuoso che, in ultima analisi, ricade a favore dell’intera collettività”.