02 Dicembre 2022

Cia Padova: caldo anomalo compromette raccolta radicchio

#prodottitipici #clima #produzione
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Precoci e medi maturati toppo presto a causa delle elevate temperature di inizio autunno

Il caldo anomalo registrato ad ottobre e nelle prime due decadi di novembre rischia di compromettere la stagione dei radicchi padovani. Lo evidenzia un report di Cia-Agricoltori Italiani Padova: in provincia sono 950 gli ettari dedicati a questa particolare coltura, soprattutto nella zona di Maserà (e Comuni limitrofi) e nell’Alta Padovana, dove, stando al relativo disciplinare, è possibile coltivare il tradizionale Radicchio di Treviso. Complessivamente, il fatturato annuo si aggira sui 10 milioni di euro.

“A causa delle elevate temperature riscontrate ad inizio autunno -spiega Cia Padova- il precoce e il medio si sono sviluppati in anticipo. Dato che le diverse varietà sono maturate tutte insieme, almeno un 30% del prodotto è andato in semenza o, addirittura, è stato lasciato sui campi”. Col risultato che le celle frigo sono già strapiene, ovvero siamo in presenza di un eccesso di offerta. Non solo. Agli stessi produttori viene riconosciuto sempre meno dalla grande distribuzione: oggi, a motivo degli aumenti esorbitanti dell’energia, produrre un kg. di radicchio costa tra 1,5 euro e i 2 euro. In pratica, la stessa cifra pagata dai rivenditori agli agricoltori. A tale proposito, se fino allo scorso anno la spesa per coltivare un ettaro di terreno a radicchio (fra affitto degli appezzamenti, acquisto delle piantine, irrigazioni, concimazioni e manodopera) si aggirava sui 6mila euro, in questo momento è incrementata ad almeno 8mila euro. “Il dato di realtà è che si è creato un circolo vizioso dal quale diventa difficile affrancarsi -aggiunge Cia Padova-. Gli imprenditori agricoli rimangono l’anello debole della catena, molti stanno lavorando in perdita”.

Sempre per le alte temperature, la qualità non risulta eccellente come negli anni passati: il radicchio, difatti, necessita di basse temperature (ovvero delle brinate) per un corretto accrescimento. “Non si era mai vista un’annata del genere -sottolinea il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato-. Il problema, adesso, è dato dal freddo, che paradossalmente potrebbe rovinare il raccolto”. I radicchi sono cresciuti troppo velocemente: di conseguenza le foglie, deboli, non sembrano “adatte” a sopportare le imminenti ghiacciate. “Esiste poi la questione dei consumi delle famiglie -continua il presidente-. I cittadini, a loro volta alle prese con rincari generalizzati e un’inflazione galoppante, stanno contraendo, e di molto, le spese per i generi alimentari. Prima il covid, poi la guerra in Ucraina che ha fatto lievitare i costi, a seguire la perdurante siccità e le alte temperature, pure durante la stagione autunnale. Questa verrà ricordata come un’annata agraria da bollino nero”.

“Non basta premere un pulsante per fermare la produzione e azzerare così le uscite fisse -conclude Trivellato-. Gli imprenditori agricoli devono stare ogni giorno sul pezzo. Ragion per cui le Istituzioni sono chiamate a fornire loro dei sostegni concreti in un contesto di grosse difficoltà. Continueremo a porre tale argomento nelle sedi opportune, per il bene del primario e di tutta la comunità”.