Cia Padova: per 300mila famiglie aumenti fuori controllo del carrello alimentare
Lo studio dell'organizzazione alla luce degli ultimi dati Istat, che registrano un’inflazione dell’11,9%.
A causa dell’inflazione galoppante, dal prossimo 1 gennaio le oltre 300mila famiglie della provincia potrebbero arrivare a spendere 384 euro in più in media, all’anno, per l’acquisto di cibo. Secondo gli ultimi dati diramati dall’Istat, tra l’ottobre del 2021 e lo stesso mese del 2022 i prezzi al consumo sono aumentati addirittura dell’11,9%. Sulla scorta di tali numeri, Cia-Agricoltori Italiani Padova ha elaborato uno studio che prevede, appunto, un incremento medio della spesa a dir poco fuori controllo.
“Questa inflazione galoppante è destinata ad avere degli effetti drammatici per i consumatori, soprattutto per i pensionati che già adesso faticano ad arrivare alla fine del mese -puntualizza Cia Padova- Non solo. Pure gli agricoltori sono in grosse difficoltà, dato che vengono loro riconosciuti dei prezzi troppo bassi rispetto ai fortissimi aumenti dei costi di produzione”. La sola energia, ad esempio, nell’ultimo anno e mezzo ha subito un rincaro in bolletta fino ad un +400%: “Decine le aziende agricole padovane, di ogni comparto, che in questo momento rischiano di lavorare in perdita”. Nello specifico, sono cresciuti i prezzi dei prodotti lavorati (+13,4%, contro il +12,9% dei non lavorati). In forte incremento, inoltre, quelli dei vegetali freschi e dei refrigerati, con punte fino ad un +25,1%; registrati aumenti anche relativamente alla frutta fresca (+7,9%).
“Si tratta della legge del mercato al contrario -sottolinea il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato-. Mentre crescono in maniera esponenziale i prezzi al consumo, agli imprenditori agricoli viene riconosciuto sempre meno, nonostante degli aumenti generalizzati dei costi che sembrano non aver fine”. Grossi problemi pure per le famiglie, le quali stanno perdendo, mese dopo mese, il loro potere d’acquisto. “Se non vi sarà un’inversione del trend, inevitabilmente assisteremo ad un taglio dei consumi -continua il presidente-. Dovesse davvero rallentare la domanda interna, a sua volta potrebbe bloccarsi il primario, in un circolo vizioso che non gioverebbe a nessuno”. Fra le richieste già avanzate da Cia al nuovo Governo per tentare di risolvere la questione, “la predisposizione di nuovi sostegni diretti, il cui fine è andare a compensare, almeno in parte, le perdite dovute ai maggiori costi”.
"D’altro canto -prosegue Trivellato-, un’ulteriore buona pratica finalizzata a favorire le imprese agricole è la reale applicazione dell’intesa contro le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare, firmata pure da Cia insieme alle imprese della filiera distributiva”. In particolare, viene espressamente vietata “l’imposizione di condizioni contrattuali eccessivamente gravose per il venditore, compresa quella di vendere prodotti agricoli e alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione”.