Cia Lazio: olio salvo dai cambiamenti climatici, ma non dal caro bollette
Prevista produzione regionale in aumento rispetto al 2021 e di qualità. Un'incognita il rilevante aumento dei costi
Seppur con differenze tra zona a zona, dalla costa all’entroterra, in conseguenza dei tanti microclimi che caratterizzano la nostra regione, possiamo dire, come Cia Lazio, che quest’anno la campagna olearia si prospetta sul territorio e in qualche altra regione del Centro-Nord (+10-20%), in controtendenza rispetto al quadro nazionale negativo (-30%).
"Anche qualitativamente dovrebbe essere una buona annata -aggiunge Argeo Perfili presidente Cia Lazio- con le olive che si presentano belle e sane fermo restando che bisognerà attendere le rese dalle prime frangiture e dal grosso della raccolta in programma tra la fine di ottobre e tutto il mese di novembre e forse oltre. Ma se da un lato la prossima raccolta si avvia verso previsioni positive, dall’altro l’esplosione dei costi penalizza il settore mettendo a rischio la stessa produzione di olio. l’anno scorso il costo per la spremitura era mediamente di 12-15 cent/kg, quest’anno non sarà inferiore ai 20, visto l’attività particolarmente energivora dei frantoi e dei relativi costi di bolletta. A ciò si deve aggiungere: +170% dei concimi, +129% per il gasolio, il vetro costa oltre il 1/3% in più sullo scorso anno, un incremento del 40% per le etichette e per il cartone, di oltre 60-70% per i barattoli di banda stagnata e per la plastica, fino “dulcis in fundo” ai costi bollette energia, quintuplicati".
L’effetto di tale situazione, rileva Cia Lazio, è che scendono i ricavi delle imprese mentre il carrello della spesa delle famiglie registra aumenti dei prezzi al dettaglio per la maggior parte dei prodotti alimentari con l’olio extravergine d’oliva che non farà eccezione e per il quale sono attesi forti rincari sugli scaffali in autunno con l’arrivo delle nuove produzioni. Si va probabilmente, verso un prezzo record 2022 dell’olio laziale e italiano in generale, che supererà abbondantemente del 20-30% quello dell’anno precedente. Bollette e prezzi, in generale sempre più esosi, stanno mandando in crisi famiglie, piccole-medie e grandi imprese anche nel Lazio: bar, ristoranti, negozi, attività produttive sono con l’acqua alla gola per le bollette di luce e gas che non riescono a pagare. Anche il comparto olivicolo è in ginocchio con qualche frantoio che rimarrà chiuso e produttori che non raccoglieranno le olive.
"Il problema, in questo momento, è anche l’assenza di interlocutori a livello politico, con il governo regionale che sembra dimissionario e quello nazionale ancora da formare. Ma l’agricoltura e tutta l’economia laziale -conclude Perfili- non possono più attendere, servono risposte immediate e concrete. Aspettiamo con impazienza che ci si possa sedere attorno a un tavolo per trovare delle soluzioni efficaci, non c’è più tempo da perdere”.