Cia Grosseto: pensioni siano adeguate a costo vita. Basta morti sul lavoro
L'ennesimo appello dopo la morte nei campi del 78 enne di Manciano. E' rimasto schiacciato sotto il trattore
“In questo difficile momento storico, come Cia Grosseto, avremmo preferito parlare del futuro delle nostre produzioni e dell’andamento del mercato, invece, torniamo, ancora una volta, a denunciare una vergogna non più accettabile: le pensioni da fame con le quali i nostri agricoltori sono costretti a vivere dopo una vita di duro lavoro”. A parlare sono il presidente e il direttore di Cia Grosseto, Claudio Capecchi ed Enrico Rabazzi che, dopo l'ennesimo incidente nei campi che stavolta è costato la vita al 78 enne, Giuseppe Broglietti, schiacchiato sotto il trattone, tornano a denunciare una realtà che, dicono loro: "la politica sembra aver dimenticato: la necessità, appunto, per molti agricoltori-pensionati di dover continuare a lavorare in agricoltura, perché l’assegno mensile che ricevono non basta far fronte alle necessità della vita".
“La tragedia che ieri ha strappato Giuseppe all’affetto dei suoi cari, è solo l’ultima di una lunga lista destinata a non fermarsi se le cose non cambiano. Una vita di fatica non può valere circa 513 miseri euro mensili. E' meno del reddito di cittadinanza -chiosano i dirigenti-. Questi assegni sono una vera umiliazione perché non sono sufficienti a coprire le spese quotidiane. Inoltre, anche se lo Stato non considera 'usurante' il lavoro in agricoltura, i nostri nonni arrivano alla pensione con seri problemi alle articolazioni, con le mani spaccate e deformate, con problemi legati all’ipoacusia da rumore, spesso con l’asma bronchiale, dermatiti allergiche e malattie da radiazioni solari. Sono tutte patologie importanti che hanno bisogno di cure alle quali non tutti possono accedere a causa del risicato budget a disposizione. Per molti, dunque, non vi è alternativa se non quella di tornare a lavorare nei campi, magari utilizzando mezzi pericolosi che andrebbero maneggiati con quella attenzione che a quell'età viene meno".
"Si tratta -sostengono con fermezza Capecchi e Rabazzi- di una questione di dignità e di giustizia sociale che abbiamo più volte rivendicato a vari livelli senza, tuttavia, ottenere risposte adeguate tanto che oggi, ancora una volta, siamo a dare l’estremo saluto a un pensionato, amico e socio, morto schiacciato dal trattore con il quale stava lavorando".
"La richiesta dell’innalzamento delle pensioni minime; la stabilizzazione della quattordicesima; la rivalutazione piena delle pensioni secondo il costo della vita; il riconoscimento del lavoro usurante e il taglio delle tasse sulle pensioni sono rivendicazioni che come Anp-Cia e Anp-Cia Grosseto -spiegano poi Capecchi e Rabazzi-, abbiamo portato all’attenzione dei vari governi e che sono rimaste inascoltate. La questione rientra in un quadro più ampio e problematico, cronica mancanza di reddito che questo settore genera, una situazione che si registra da anni e che diventa sempre più preoccupante perchè porta a un mancato cambio generazionale - oggi l'età media degli agricoltori attivi in Italia è tra le più alte d’Europa - e all’impossibilità di assumere manodopera per la mancanza di liquidità. Per Anp Cia Grosseto concludono- è una battaglia che continuerà senza sosta perché non possiamo più accettare che per vivere decentemente i nostri pensionati debbano mettere a rischio la propria vita".