Cia Cuneo: bene ripresa attività Coordinamento Terre del Moscato
"La ripresa dell’attività del Coordinamento Terre del Moscato è una notizia importante per tutto il territorio. È fondamentale mantenere un legame stretto, dal basso, con il mondo dei produttori, ascoltare chi vive ogni giorno le difficoltà sui campi e costruire insieme soluzioni concrete per superare la crisi del comparto".
Lo afferma Igor Varrone, direttore provinciale di Cia-Agricoltori italiani di Cuneo, commentando la riattivazione del Coordinamento Terre del Moscato (C.T.M.).
Venerdì 3 ottobre, a Santo Stefano Belbo, si è tenuta l’assemblea generale del Coordinamento, che ha rinnovato il Consiglio direttivo. È stata eletta presidente Piera Icardi, affiancata dai vice presidenti Roberto Ivaldi (sezione giovani) e Giuseppe Adorno (sezione reduci). Monica Tomalino è la nuova segretaria. Fanno parte del direttivo i consiglieri Alberto Migliardi, Daniele Dabbene, Emanuel Canaparo, Fabrizio Canaparo, Federico Rozzi, Giuseppe Cugnasco, Marco Albenga, Roberto Vada, Filippo Molinari e Alessandro Nebiolo.
Il C.T.M. torna così a pieno regime con l’obiettivo di essere un movimento d’opinione a tutela e valorizzazione del Moscato d’Asti e dei suoi produttori.
"I 51 Comuni del Moscato stanno vivendo un momento economico molto difficile -ha dichiarato la neo presidente Piera Icardi- che coinvolge tutte le categorie, ma in particolare gli agricoltori, che rappresentano l’anello più debole della filiera. Il Coordinamento intende incontrare i produttori, le persone e le realtà dei Comuni interessati, ascoltare opinioni e proposte per poi sedersi a un tavolo con tutti gli attori della filiera e le istituzioni locali. L’obiettivo è individuare insieme vie d’uscita dalla crisi e percorsi di sviluppo condivisi".
Il Coordinamento sta organizzando una serie di assemblee sul territorio, rivolte ai produttori e agli operatori del settore, “per dare voce a chi non ne ha, raccogliendo istanze e soluzioni da presentare a decisori politici, aziende di trasformazione e soggetti che possono incidere sulla commercializzazione e promozione del Moscato”.
"Se la situazione dovesse restare questa -ha aggiunto Icardi- molti produttori saranno costretti a cessare l’attività, perché oggi lavorano in perdita, soprattutto a causa dei costi di produzione enormemente aumentati. Non è solo un problema agricolo, ma anche economico e sociale, perchè se l’agricoltore non guadagna, non spende e l’intero territorio ne soffre".