Cia Basilicata: nessuno confronto regionale su aumento aree interne
Da Potenza e Matera il commento alla Delibera 48/2023
La Giunta regionale, con la Delibera 48/2023 del primo febbraio scorso, ha stabilito che i comuni rientranti nelle attuali 4 Aree Interne (Marmo Platano, AltoBradano, Val Sarmento e la Collina Materana) aumentano di numero e nel contempo vengono istituite 3 nuove Aree: Basso Agri, Medio Basento e Vulture che coinvolgono 30 nuovi Comuni, portando complessivamente quelli lucani interessati dalla Strategia Nazionale Aree Interne a quasi 70 Municipi. Cia Potenza e Matera, che alla IX Conferenza Economica nazionale ha affrontato il tema delle aree rurali ed interne come nodale per invertire spopolamento e fuga dei giovani, contesta il provvedimento.
“A proposito di confronto, concertazione e relazioni fra Regione, territori, rappresentanze produttive, sindacali e sociali, al peggio -sostiene Cia Basilicata- non vi è limite. Al di là dei volumi di risorse e delle tipologie di interventi attivabili, la cosa che lascia perplessi e basiti, è la totale chiusura sul piano metodologico e relazionale da parte della Regione. Nessun confronto è stata attuato, nessun ascolto nella definizione ed individuazione sia dei nuovi areali che nell’ampliamento di quelli esistenti".
In dettaglio le tre nuove Aree interne per la programmazione 2021-2027: Medio Agri costituita dai comuni di Armento, Gallicchio, Missanello, Roccanova, San Chirico Raparo e Sant’Arcangelo; Medio Basento costituita dai comuni di Calciano, Ferrandina, Garaguso, Grassano, Pomarico, Salandra e Tricarico; Vulture costituita dai comuni di Atella, Barile, Filiano, Ginestra, Lavello, Maschito, Montemilone, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Venosa.
"La strategia per le aree interne -sottolinea Cia Basilicata- è lo strumento per l’implementazione di programmi e progetti del fondo coesione e sviluppo dell’Ue a favore di alcune specifiche aree e territori che oggi vivono squilibri, disservizi, marginalità, divari e spopolamento. Temi e problematiche cogenti e rilevanti da cui dipende gran parte delle loro prospettive e, forse, anche del loro futuro. È in gioco l' esistenza di intere Comunità che, oggi, vivono e operano in tali zone. Possibile che su questi temi che riguardano quasi il 60% del territorio lucano non si trovi il tempo, le modalità e luoghi di confronto che oltre a utile e necessario, è soprattutto previsto dalle norme europee -commenta Cia Basilicata. È ormai modus operandi adottare decisioni senza alcun raffronto, nessun dialogo, assumendo atti vitali per Amministratori e territori attraverso logiche che palesano sempre più' distanze e distonie dalle nostre Comunità, dai loro problemi e soprattutto dai loro reali bisogni”.