Cia Basilicata: il pino Loricato del Pollino tra i monumentali su Google maps
In regione sono una trentina, patrimonio di biodiversità da tutelare
Gli Alberi monumentali d'Italia arrivano su google maps e tra questi ci sono anche quelli lucani. Una trentina degli oltre 3.300 dell'intera penisola.
Da non perdere il pino loricato di Terranova del Pollino, che è tra quelli più noti a Campomaggiore vecchio, dove fa da scenario naturale alla “Città dell’Utopia”, a San Martino d’Agri (contrada Calldafrina), a Pietragalla (salice), Genzano di Lucania, San Paolo Albanese.
"La maggior parte di essi -spiega Rudy Marranchelli presidente di Agia-Cia Basilicata- rientra nel criterio naturalistico legato all’età e alle dimensioni e questo aspetto è quello che più ci spinge a classificarli tra i più vecchi, i più grandi, i più alti, come in una gara tra giganti. Altri si caratterizzano per la particolarità del portamento, altri appartengono a specie rare ed è il criterio della rarità botanica, pertanto, che ha giustificato la loro inclusione tra gli alberi monumentali; alcuni altri esemplari, invece, devono il loro carattere monumentale anche alla loro valenza ecologica di habitat per uccelli, micro mammiferi, licheni, muschi, insetti e funghi. Alcuni alberi rispondono ad un criterio antropologico e sono quelli la cui storia biologica può ritenersi intimamente connessa a quella delle popolazioni locali: testimoni silenziosi di una cultura, la loro vita, in alcuni casi, si lega a particolari eventi della storia locale, a dei personaggi, a particolari usi e tradizioni, a leggende e fatti religiosi. Quando li troviamo disposti a creare forme architettoniche basate su di un progetto unitario e riconoscibile, meglio se in sintonia con i manufatti, a loro è stato attribuito un valore architettonico, mentre se il loro peso nella percezione del paesaggio è così significativo da renderlo unico, riconoscibile, oltre che apprezzabile, il criterio a cui rispondono è il pregio paesaggistico".
Il termine bioresistenze -precisa Marranchelli- descrive un 'sano' rapporto con il territorio dimostrando quanto l'agricoltura non sia solo e semplicemente un azione economica/finanziaria ma, anche, pratica di resistenza alle forme di illegalità, resistenza all'uniformazione (che è appiattimento e non uguaglianza) sia culturale che alimentare, resistenza alla violenza con cui vengono trattate e gestite le risorse naturali, resistenza alla scomparsa di biodiversità. Il percorso proposto unisce una serie di riflessioni abbinandole alla documentazione di concrete buone prassi: resistenze impegnate nel mantenimento, nella conservazione e nella promozione di ricchezze ambientali, sociali e culturali di un territorio. Al centro la resistenza alla scomparsa della biodiversità".
"Per noi -dichiara Marranchelli- il futuro dell'agricoltura si gioca sulle coltivazioni biologiche e il suo valore su quello della biodiversità. Cia-Agricoltori Italiani fa, da sempre, della tutela della biodiversità, il fondamento della sua visione dell'agricoltura, perché biodiversità significa aderenza a un protocollo di sviluppo sostenibile, ma anche affermazione della centralità agricola e dell'agricoltore come imprenditore multiruolo capace di non solo produrre da campi ma di preservare l'ambiente, di qualificarlo attraverso l'attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura. Dunque -conclude Marranchelli- prodotti biologici e biodiversità sono oggi dei fortissimi attrattori che hanno avvicinato molti giovani all'agricoltura, segno evidente che il futuro agricolo si gioca prima di tutto su questo terreno".