Cia agli Stati Generali della Montagna: aree rurali centrali per ripartenza
Di Zio: creare economia da gestione foreste e subito riforma legge fauna selvatica
C’era anche Cia-Agricoltori Italiani agli Stati Generali della montagna organizzati a Roccaraso dal dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie. Con i ministri Francesco Boccia, Paola Pisano e Peppe Provenzano, al centro le regioni d’Italia, il ruolo dell’innovazione e le aree interne e più critiche come il Sud.
Per Cia è intervenuto il suo vicepresidente Mauro Di Zio. Occasione perfetta e proficua per tornare su “Il Paese che Vogliamo” progetto che l’organizzazione ha attivato già da fine 2018 ripensando seriamente un nuovo protagonismo delle aree rurali d’Italia. Cambiare il Paese è per Cia possibile, come ha anche ricordato Di Zio, ma solo passando per asset strategici fondamentali che non escludano le aree interne e Appenniniche dal progetto di ripartenza post Covid.
Il richiamo è stato, dunque, alla necessità di investire in modo cospicuo e mirato sull’ammodernamento delle infrastrutture fisiche e sulla reale capillarità delle reti digitali fino a sanare il gap sull’ultimo miglio.
“La crisi economica che stiamo vivendo -ha commentato Di Zio- sta indebolendo indiscriminatamente le piccole come le grandi aziende e comunità, ma rafforza con tutta evidenza, la consapevolezza che non si possa procedere in ogni caso, in modo disgregato. Le filiere restano, soprattutto nel settore agricolo e agroalimentare una leva strategica unica per uscire da un’emergenza così impattante sul tessuto socioeconomico”.
“A tal proposito -ha precisato- abbiamo risorse importanti cui guardare come le nostre foreste, da rispettare e valorizzare. L’avanzare delle aree boschive sulla superficie agricola utilizzata, può farci ragionare sulla possibilità di creare economia dalla gestione delle foreste stesse, agevolando la nascita di rapporti di filiera per lo sviluppo dell’industria del mobile italiano puntando su legni pregiato e per la produzione di energia da biomassa”.
Poi il passaggio sulla gestione della fauna selvatica su cui Cia richiama l’attenzione da anni e tra le priorità rilevate dal progetto dell’organizzazione sulle aree interne. Questione portata sul tavolo di Via XX Settembre più e più volte con tanto di proposta Cia per una riforma della Legge 157 del 92. “Dopo il lockdown che ha lasciato animali selvatici liberi di circolare e fare danni (a seguire dati su incidenti con il coinvolgimento di animali, elaborati dall'Osservatorio ASAPS) -ha sottolineato Di Zio- la gestione della fauna selvatica è ora problema da affrontare inderogabilmente. A rischio la sicurezza e la convivenza soprattutto nelle località di montagna. Sul superamento della Legge del 92 assai datata, siamo disponibili a lavorare. Ripartiamo dall’ultima sentenza n°160/2020 della Corte Costituzionale che ha aperto alla possibilità, per tutte le Regioni, di seguire l’esempio delle Marche che con legge regionale aveva autorizzato gli agricoltori muniti di licenza di caccia a partecipare all’abbattimento di cinghiali all’interno delle proprie aziende”.
"Bene -ha commentao, infine, il vicepresidente di Cia, Mauro Di Zio- che sia stato deciso di tornare a riflettere con una nuova sessione degli Stati Generali dedicati alle aree montane, anche alla luce di scelte imminenti per il rilancio del Paese e tenuto conto dei piani nazionali legati al Recovery Fund. Le aree rurali devono essere parte integrante di ogni progetto per la ripartenza".
INCIDENTI CON IL COINVOLGIMENTO DI ANIMALI (DATI OSSERVATORIO ASAPS 2019)
Nel 2019, oltre 160 eventi significativi, hanno causato 15 morti e 221 feriti
L’Osservatorio ASAPS nell’anno 2019 ha registrato 164 incidenti significativi (l’Osservatorio considera solo quelli con persone ferite o decedute) col coinvolgimento di animali, (148 gli eventi nel 2018 +11%) nei quali 15 persone sono morte (11 nel 2018 +36%) e 221 sono rimaste seriamente ferite (189 nel 2018 +17%). In 141 casi l’incidente è avvenuto con un animale selvatico e in 23 con un animale domestico. 164 incidenti sono avvenuti di giorno e 33 di notte. 162 incidenti sono avvenuti sulla rete ordinaria e 2 nelle autostrade e extraurbane principali.
In 131 casi il veicolo impattante contro l’animale è stato una autovettura, in 41 casi un motociclo, in 3 incidenti l’impatto è avvenuto contro autocarri o pullman e in 6 incidenti convolti dei velocipedi. Il totale è superiore al numero degli eventi perché in alcuni sinistri sono rimasti coinvolti veicoli diversi.
Al primo posto negli incidenti gravi con investimenti di animali la Lombardia con 20 sinistri, seguono la Campania con 17, l’Abruzzo con 16, il Lazio con 14, le marche con 12, la Toscana con 10, il Veneto e la Sardegna con 9, l’Emilia Romagna e il Piemonte con 8, Liguria, Puglia e Sicilia con 7, Calabria con 6, Friuli Venezia Giulia con 5.
E’ evidente che gli incidenti nei quali muore o rimane ferito solo l’animale con danni ai soli mezzi e non alle persone sono parecchie migliaia ogni anno ed è difficile fare un calcolo perché in molti casi gli automobilisti coinvolti non denunciano il sinistro sapendo che difficilmente verranno poi rimborsati i danni. Secondo ASAPS quello degli incidenti col coinvolgimento di animali, in particolare selvatici, specie in alcune zone ad alta frequenza per questo tipo di sinistri, richiede l’adozione di ulteriori e più efficaci strumenti difensivi per la sicurezza della circolazione.