16 Novembre 2022

Cia Trentino: rispettare e salvaguardare il bene suolo

#agricoltura #suolo #territorio
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L'editoriale del presidente Calovi sul tema

Il consumo di suolo è sempre più di frequente al centro di discussioni e dibattiti. Si tratta di un bene prezioso, irripetibile, garanzia di vita per noi che ne godiamo i frutti e soprattutto per le generazioni future da tutelare e preservare, anche in considerazione della costante crescita demografica mondiale.

La conosciamo bene, noi agricoltori di montagna, l’importanza della terra molte volte recuperata costruendo terrazzamenti, competendo con i boschi e con le pendenze, plasmando le pendici dei nostri monti, bonificando il fondovalle con la regimentazione delle acque e spingendoci ad utilizzare al meglio anche le aree più elevate dei nostri alpeggi. Sono state e sono ancora fatiche che hanno un valore non solo per l’agricoltura, ma anche per la collettività, il turismo e per tutti gli altri settori produttivi.

Una attenta gestione del suolo ha un’importanza strategica nella prevenzione dei dissesti idrogeologici che con i cambiamenti climatici è, e diventerà sempre più, rilevante. Un suolo sano e curato riesce a sopportare meglio i fenomeni meteo che ogni volta con più frequenza, si stanno ripetendo nel nostro territorio.

Il settore agricolo è ben conscio dell’importanza strategica dello sviluppo infrastrutturale, residenziale, produttivo e turistico. Non siamo degli integralisti della salvaguardia. Sappiamo però che un terreno urbanizzato difficilmente ritorna ad essere coltivabile e quindi bisogna anche essere estremamente prudenti nel programmare e progettare l’uso del suolo che deve essere sempre rispettato, valorizzato e attentamente destinato.

Si tratta di una delle sfide della transazione ecologica che ci obbliga (correttamente) a fare scelte razionali e mirate alla sostenibilità in tutte le sue forme con grande attenzione al futuro. Anche in quest’ottica è indispensabile il rispetto del bene suolo. Quando adottiamo questo criterio difficilmente assistiamo a fenomeni speculativi, disastri urbanistici e usi sconsiderati dei territori. Dal rispetto nasce l’uso consapevole e la sua corretta valorizzazione e questo dovrebbe essere alla base della valutazione di ogni progetto di sviluppo.

Quindi come possiamo conciliare le nuove esigenze con il mantenimento del territorio?

La scelta non è semplice, ma crediamo si possa partire da un attento censimento di tutte le aree industriali e artigianali presenti e non utilizzate. Prima di occupare nuovi suoli sarebbe indispensabile recuperare quanto è già stato destinato ed inutilizzato, spesso in stato di conservazione piuttosto precario. Abbiamo un esempio virtuoso della conversione con il recupero di un’area industriale dismessa da parte del gruppo Mezzocorona con la realizzazione delle sue cantine. Si potrebbero poi allentare alcuni vincoli urbanistici per i centri storici così da favorirne il riutilizzo.

Crediamo infatti sia sempre meno accettabile che ci siano zone urbanizzate non utilizzate, e contemporaneamente richieste di nuove aree di espansione che eventualmente dovranno essere integrate con il paesaggio che le circonda. La nostra ambizione dovrebbe essere quella di restituire alle generazioni future un territorio migliore di come lo abbiamo trovato noi.