08 Giugno 2020

Brexit: quarto round Ue-Uk senza progressi

#accordi #agricoltura #agroalimentare #commercio #europa #mercati
Condividi

Prossimo appuntamento a fine giugno. Il 30 ottobre 2020 limite massimo per l'accordo

Europa e Regno Unito al quarto round di negoziazioni che per l’ennesima volta, non presenta particolari avanzamenti. E così il 5 giugno, identificato come il B-day, l’ultimo giorno del quarto appuntamento di trattative, porta a casa un nulla di fatto, tanto nervosismo tra gli investitori e lo spettro, sempre più vicino, di una vera Hard Brexit.

Avanzare in parallelo su tutte le aree di negoziazione, comprese le più sensibili e dure da digerire per il Regno Unito, resta l’obiettivo Ue, così come sottolineato dal capo negoziatore Michel Barnier. Si riferisce in particolare: alla questione del level playing field (la parità di condizioni) che include le regole di “fair play” economiche e commerciali, concordate con Boris Johnson nella Dichiarazione Politica; alla definizione di un quadro di governance orizzontale per la futura partnership; alla definizione di un accordo di pesca che non preveda la negoziazione annuale dell'accesso reciproco alle acque e alla protezione dei diritti fondamentali e delle libertà individuali derivanti dalla Convenzione europea sui diritti umani e le norme sulla cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale.

E’ solo su quest’ultimo punto che il Regno Unito ha dimostrato maggiore apertura, ma senza definire però, ancora, come s’impegnerà a rispettare la Convenzione europea sui diritti umani.

Sempre stando alle parole del capo negoziatore Ue Michel Barnier, senza l’estensione dell’attuale periodo di transizione, l’appuntamento resta fissato per il 31 dicembre 2020, il limite massimo per raggiungere un accordo Ue-Uk sarà, dunque, il 30 ottobre prossimo. Nel frattempo, non è stata ancora fissata la data per il prossimo round, che si attende però, tra la fine di giugno e gli inizi di luglio.

Intanto le organizzazioni europee del settore agroalimentare, Copa-Cogeca, Celcaa e FoodDrinkEurope, esprimono preoccupazione per l’assenza di progressi che rendono sempre più probabile, il rischio no deal prima della fine dell'attuale periodo di transizione.

Senza un accordo, infatti, si avrà un addio al buio, con l'applicazione di tariffe e dazi. Tutto ciò, mentre la situazione Uk non è delle più rosee. Il paese già è alle prese con la tegola del Covid-19 che si stima causerà un calo del Pil di oltre il 10%, con 6 milioni di posti di lavoro distrutti.

Il Regno Unito vorrebbe un accordo di libero scambio stile Canada, ma per l’Europa è fuori discussione.