Qualità: Anabio, AIAB e AssocertBio, settore chiede ordine e garanzie
Decreto 20/2018 da rivedere e Banca dati pubblica da istituire
Per portare sul mercato un prodotto bio di qualità, occorre garantire un percorso di certificazione sostenuto da efficacia e trasparenza, oltre che facilità d’accesso alle informazioni e relativa comprensione da parte dei consumatori. A sostenerlo è Anabio-Cia, insieme con AIAB e Assocertbio, tre pilastri del bio in Italia che per fare il punto sul tema hanno tenuto nell’Auditorium “Giuseppe Avolio” di Cia a Roma, il Convegno dal titolo “Produzione Biologica: rafforzamento del settore e garanzie per i cittadini”.
Al centro del dibattito tra tecnici esperti, operatori del settore e istituzioni competenti, questioni di fondo raramente affrontate in consessi pubblici come, in primo luogo, i limiti generali nel funzionamento del “sistema” nel nostro Paese, carente di adeguata e concreta visione strategica oltre che politica, condivisa tra amministrazioni, a vari livelli e mondo produttivo. Il settore si presenta per questo, privo di un programma coordinato di azioni, si sovrappongono competenze ed è insufficiente la valorizzazione dei diversi strumenti operativi. Tutto ciò pesa sul piano tecnico e operativo. Dopo 18 mesi, si è ancora in attesa dell’approvazione del D.Lgs. n. 20/2018 e dell’istituzione della “Banca dati pubblica”.
Oggi si contano in Italia 17 Organismi di Certificazione per le aziende bio, di cui 14 societari accreditati, più due operanti nella sola Provincia di Bolzano. Nove di essi certificano più del 95% delle aziende bio. Stime AssocertBIO sembrerebbero confermare, parallelamente, la crescita del settore anche per il 2019 (+2,32% di operatori certificati 2019 vs 2018) ma con un rallentamento rispetto all’anno precedente (+4,2% di operatori certificati 2018 vs 2017).
Il governo deve, dunque, intervenire con urgenza per dare garanzie i consumatori, ma anche i produttori e gli operatori bio che agiscono nella correttezza e che oggi rischiano di essere ingiustamente penalizzati da alcuni punti critici del sistema sanzionatorio, contenuto nel decreto legislativo n. 20/2018.
Per Anabio-Cia, AIAB e AssocertBIO, occorre, dunque, procedere ad una revisione del D.Lgs. n. 20/2018 su alcune specifiche parti come l’applicazione della “sanzione” da parte di ICQRF a carico di un operatore colpito da un provvedimento definitivo di sospensione o di esclusione. Inoltre, le banche dati pubbliche, già esistenti, vanno potenziate e utilizzate in modo integrato, tanto da confluire nella costituzione della “Banca dati pubblica del Ministero” che comprenda i dati estensivi e quantitativi delle produzioni realizzate in Italia e di tutte le transazioni, secondo quanto previsto dall’Art. 5, Comma 12 del D.Lgs. n. 20/2018. La banca dati delle sementi può, in questo contesto, mantenere la propria autonomia, ma comunque deve essere connessa con quella del Ministero.
Va aggiunto che, l’utilizzo di strumenti satellitari e digitali, ad essa funzionali, nella piena salvaguardia dei principi di privacy, consenso dell’interessato e riservatezza, deve assicurare trasparenza e minori costi per le imprese. L’uso adeguato di questi strumenti (ICT) deve favorire la dematerializzazione degli adempimenti burocratici e la finalizzazione delle visite ispettive, effettuate con controlli effettivi sul campo e correlati all’analisi del rischio dell’impresa da ispezionare. In ultimo, ma non meno importante, va rafforzato il sistema dei controlli su prodotti in arrivo da paesi terzi. Nel 2018 sono state importate in Italia 185.973 tonnellate di prodotti, in diminuzione del 10,7% rispetto alle 208.418 t tonnellate del 2017 (Dati Sinab – Bio in cifre 2019). A riguardo un importante supporto arriva dal sistema TRACES i cui dati vanno però integrati alla Banca dati pubblica. E’, inoltre, necessario accrescere la sinergia tra Organismi di Controllo, Agenzia delle Dogane e ICQRF (Ispettorato centrale repressione frodi) e studiare analiticamente le irregolarità riscontrate in seguito alle segnalazioni OFIS. Tutto ciò in attesa dell’entrata in vigore nel 2021 del Reg 848/2018 che per le importazioni da paesi terzi introduce il principio di Conformità.