Biomasse legnose protagoniste rilancio aree montane
Il Convegno di apertura di Italia Legno Energia di Aiel e Uncem
L'energia rinnovabile dal legno è protagonista del processo di decarbonizzazione per contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico, ma può diventare anche lo strumento per combattere il progressivo declino delle aree montane, in particolare quelle dell'Appennino, che negli ultimi anni hanno subito una vera e propria emorragia di abitanti. E' necessario però attivare una strategia di ampio raggio che sappia mettere insieme tre elementi: la realizzazione di piccole reti di teleriscaldamento alimentate con biomasse legnose, il sostegno agli investimenti in tecnologie silvicole e l’elaborazione di piani di gestione forestale all'insegna della sostenibilità.
Occasione per un confronto su questi temi tra imprese, amministrazioni pubbliche, associazioni è stato il convegno di apertura di Italia Legno Energia alla Fiera di Arezzo, promosso da Aiel-Associazione Italiana Energie Agroforestali in collaborazione con Uncem-Unione Nazionale Comuni Enti Montani.
Erano presenti all'incontro Marco Remaschi, Assessore all'Agricoltura e Politiche per la Montagna della Regione Toscana, Marco Bussone Presidente di Uncem, Domenico Brugnoni e Marino Berton presidente e direttore generale di Aiel, Raoul Romano del Crea-Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’economia agraria, Luca Marmo Responsabile politiche per la Montagna di Anci Toscana e Sindaco di San Marcello Piteglio (PT). Ha concluso i lavori Mauro Di Zio vice presidente di Cia-Agricoltori Italiani.
La Toscana è la regione più forestale d’Italia con una superficie di oltre 1 milione 150 mila ettari, il 50% del territorio regionale, circa il 10% della superficie boscata italiana. Dei circa 5 milioni di mc di legna prodotti ogni anno se ne utilizza solo il 40% (2 milioni mc circa), il resto va ad incrementare la massa legnosa, la cui crescita annuale è nettamente superiore al prelievo. Proprio per queste caratteristiche, la regione presenta condizioni favorevoli per lo sviluppo di moderni impianti centralizzati automatici a cippato, collegati a reti di teleriscaldamento pubblico-private. Se correttamente progettati e installati, questi impianti mostrano bassissimi impatti sull'ambiente e sulla qualità dell'aria e rappresentano la modalità più efficiente di valorizzazione energetica della rinnovabile legno in sostituzione dei combustibili fossili, responsabili del cambiamento climatico (6 volte inferiore rispetto ad una caldaia a gasolio e 5 volte più bassa rispetto ad una metano).
L’uso del cippato locale (prodotto a partire da residui agricoli e forestali quali tronchi, stanghe, ramaglie, piante intere o da residui dell’industria del legno) consente di creare filiere sostenibili con numerosi benefici socio-economici e ambientali per il territorio: creazione di valore aggiunto e occupazione, incremento del potere di acquisto della comunità, maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico, riduzione delle emissioni climalteranti. In media, la filiera energetica del cippato locale crea da 7 a 15 volte più occupazione rispetto alle fonti fossili. A parità di calore utile prodotto, le fonti fossili producono circa 10 volte più CO2 della rinnovabile legno. L'efficacia di questo modello è testimoniata da esperienze già in essere, che sono state presentate nel corso del convegno dai Sindaci di alcuni comuni montani della Toscana come Loro Ciuffenna (AR), Greve in Chianti (FI), Castel Focognano (AR).