10 Febbraio 2025

Agroalimentare: Cia Padova, per ora nessun dazio Usa, ma attenzione resta alta

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Per ora nessun dazio Usa all’orizzonte relativamente all’agricoltura padovana, ma l’attenzione rimane altissima. L’export agroalimentare della provincia vale complessivamente oltre 1 miliardo di euro all’anno. Fra i maggiori prodotti esportati i vini dei Colli Euganei, che da quindici anni a questa parte hanno proprio negli Stati Uniti l’acquirente principale.

"Abbiamo registrato un’impennata di richieste oltreoceano, soprattutto da dopo il Covid -sottolinea Cia Padova-. I cittadini americani apprezzano le nostre eccellenze, e il trend è in continua espansione”. Non esistono dati ufficiali relativamente alle perdite di export se dovessero venire applicati i dazi.

“In ogni caso -precisa il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini- il danno per i nostri agricoltori sarebbe ingente”. Fra le contromisure eventualmente da adottare, un abbassamento del prezzo finale di vendita al consumatore americano; questa azione, però, finirebbe con l’assottigliare ancor di più i già esigui margini di guadagno. In tutto questo, il presidente Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti imporranno tariffe del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, anche dal Canada e dal Messico. “Adesso non possiamo far altro che attendere gli sviluppi. La risposta dei nostri produttori è e sarà sempre la qualità e la genuinità, elementi riconosciuti per l’appunto a livello internazionale”. Quel che più preoccupa gli imprenditori agricoli, casomai, è il protocollo commerciale Mercosur, ovvero l’accordo di libero scambio fra l’Unione Europea e Paesi quali Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay, siglato lo scorso 6 dicembre.

“Gli Stati sudamericani in questione -chiarisce Antonini- possono ancora coltivare gli appezzamenti agricoli facendo uso di molteplici fitosanitari, cosa che invece non succede all’interno della Comunità europea. Quest’ultima, anzi, ha vietato di recente diversi antiparassitari”. Fra i Paesi Ue e quelli extra, “deve valere il principio della reciprocità; altrimenti vengono a crearsi delle disparità a netto sfavore delle aziende agricole”.

Il punto focale resta dunque la garanzia di un equo reddito per le oltre 11mila imprese agricole padovane. A tal riguardo, sottolinea il direttore di Cia Padova, “il primo step è la reale applicazione di quanto previsto Decreto legislativo 198 del 2021 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare: all’agricoltore deve venire corrisposto un valore che vada almeno a coprire le spese di produzione. Un principio che può sembrare assurdo; tuttavia, vi sono dei casi in cui i produttori sono costretti a lavorare in perdita”. Occorre, conclude, “superare tale logica e riconoscere loro la giusta redditività”.