01 Marzo 2008

Cerealicoltura: il 3 marzo convegno meridionale della Cia a Lavello (Potenza) per un innovativo accordo di filiera

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Oltre 32 mila aziende agricole, circa 7 milioni di quintali di prodotto, 220 mila ettari di terreno investiti a cereali, circa 5 mila unità addette fra occupazione diretta ed indotta: sono i dati più significativi del comparto cerealicolo lucano che guarda con attenzione all'Accordo di filiera tra le regioni del Mezzogiorno. Proprio per rilanciare e rafforzare la filiera cerealicola in Basilicata e nel Sud, la Cia- ha promosso lunedì 3 marzo a Lavello (Hotel S.Barbato, ore 15,30), in provincia di Potenza, un convegno del centro-sud con la presenza del presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi.
La situazione del comparto in Basilicata -sottolinea la Cia- risente di una debolezza strutturale: il potenziale regionale di prodotto cerealicolo in termini di stoccaggio è inferiore alle esigenze del settore. I Centri di stoccaggio, infatti, risultano, al 2004, 25 di cui 16 localizzati in provincia di Potenza e 9 in quella di Matera, per una capacità complessiva di oltre 2.000.000 quintali, che escludendo le strutture di trasformazione 4 di queste strutture riescono a stoccare oltre 40% dell'intera produzione. L'attività molitoria regionale è finalizzata prevalentemente alla lavorazione del grano duro: accanto a numerosi mulini artigianali complessivamente sono oltre 40, esistono due impianti di grandi dimensioni rispettivamente a Matera e a Melfi, tuttavia il frumento duro lavorato è solo in minima parte di origine regionale, mentre il prodotto trasformato raggiunge persino i mercati inglese e francese, a questa realtà molitoria bisogna aggiungere gli oltre 220 forni presenti in regione 140 in provincia di Potenza e circa 80 a Matera.
Quanto al comparto delle paste alimentari, la crisi dei pastifici del Materano ha segnato un arretramento in termini produttivi (circa 1.500 quintali in 24 ore) ed occupazionali (150 unità) di qualche anno fa, mentre la panificazione rappresenta un segmento importante della filiera e il recente riconoscimento Igp per il pane di Matera ne attesta il notevole livello qualitativo.
Sempre nel settore della panificazione, siamo in presenza di una polverizzazione tra piccioli laboratori artigianali che commercializzano direttamente il proprio prodotto.
La riforma della Pac -sottolinea la Cia lucana- se da un lato in regione ha determinato un ridimensionamento del comparto cerealicolo ed in particolare delle superficie coltivate (in un decennio il decremento delle aziende cerealicole e delle superfici investite si è attestato a meno il 17 pre cento, in linea con la tendenza nazionale), dall'altro ha orientato gli operatori verso un approccio di filiera.
Di qui -è l'obiettivo del convegno di Lavello- l'esigenza di rilanciare la cerealicoltura di qualità a livello meridionale, alla luce della verifica della Pac e dei 4 milioni di ettari da investire a colture cerealicole a livello Ue per riequilibrare domanda e offerta, tentare di dare più forza al legame produzioni-territorio, valorizzando la tipicità e gli areali cerealicoli di qualità (distretti cerealicoli).
Un moderno progetto sulla cerealicoltura di qualità e sul grano duro cerealicole che vede al centro, territori, aziende e addetti quale tassello principale e determinante di una nuova politica di prodotto e alimentare.
L'appuntamento definirà anche le modalità di definizione di un innovativo "Aaccordo di filiera" tra le regioni del Sud che vantano "areali produttivi tradizionali", aziende professionali e competenze imprenditoriali, sul versante della cerealicoltura di qualità alla base delle produzioni alimentari di eccellenza, ancorato ad un nuovo Patto economico-produttivo con l'industria sementiera e gli altri soggetti della filiera.
Al convegno di lunedì 3 marzo saranno presenti dirigenti nazionali e dell'Ufficio Cia a Bruxelles, i presidenti della Cia di Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, gli assessori regionali all'agricoltura di Puglia e Basilicata, rappresentanti dell'Unione industriale pastai italiani, della Grande distribuzione organizzata e della Legacoop.