20 Luglio 2004
Riforma previdenziale: audizione della Cia alla Camera
Archivio
Condividi
Si è svolta ieri a Roma, presso l'XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati l'audizione relativa all'esame del disegno di legge C. 2145-B sulla delega al governo in materia previdenziale. All'audizione ha partecipato anche la Cia, rappresentata dal presidente dell'Inac e responsabile delle politiche sociali della confederazione Alberto Giombetti.
Nel suo intervento, Giombetti, dopo aver evidenziato che il problema della fiducia impedisce qualsiasi discussione ed approfondimento che su una questione come quella della previdenza assumono una grande importanza , ha sottolineato che occorre collocare la riforma in un quadro più ampio di revisione del welfare nel nostro Paese. "La riforma -ha rilevato il presidente dell'Inac- non può essere una riforma qualsiasi, ma deve avere la capacità di essere ad ampio raggio, supportata da un progetto preciso di Stato sociale d deve cogliere le opportunità, nonché attenuare i rischi che la nostra società globale presenta".
Giombetti ha affermato che dopo il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo diventa fondamentale la previdenza integrativa e complementare e che la riforma proposta dal governo non prevede un cambiamento del sistema agricolo. Nello stesso tempo, il presidente dell'Inac ha messo in evidenza la necessità che alcuni lavori agricoli (in particolare boscaioli e operai forestali) devono essere considerati usuranti.
Il rappresentante della Cia ha anche rilevato che occorre un sistema previdenziale valido e che risponda ad una logica di equità e di effettivo equilibrio. Abbiamo bisogno –ha detto Giombetti- di un sistema che tuteli i lavoratori stabilizzanti, ma anche le fasce più deboli, i giovani, le donne, gli immigrati che insieme rappresentano un pezzo crescente del mercato del lavoro. Insomma, un sistema previdenziale capace di assicurare i diritti di tutte le generazioni.
Nel suo intervento, Giombetti, dopo aver evidenziato che il problema della fiducia impedisce qualsiasi discussione ed approfondimento che su una questione come quella della previdenza assumono una grande importanza , ha sottolineato che occorre collocare la riforma in un quadro più ampio di revisione del welfare nel nostro Paese. "La riforma -ha rilevato il presidente dell'Inac- non può essere una riforma qualsiasi, ma deve avere la capacità di essere ad ampio raggio, supportata da un progetto preciso di Stato sociale d deve cogliere le opportunità, nonché attenuare i rischi che la nostra società globale presenta".
Giombetti ha affermato che dopo il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo diventa fondamentale la previdenza integrativa e complementare e che la riforma proposta dal governo non prevede un cambiamento del sistema agricolo. Nello stesso tempo, il presidente dell'Inac ha messo in evidenza la necessità che alcuni lavori agricoli (in particolare boscaioli e operai forestali) devono essere considerati usuranti.
Il rappresentante della Cia ha anche rilevato che occorre un sistema previdenziale valido e che risponda ad una logica di equità e di effettivo equilibrio. Abbiamo bisogno –ha detto Giombetti- di un sistema che tuteli i lavoratori stabilizzanti, ma anche le fasce più deboli, i giovani, le donne, gli immigrati che insieme rappresentano un pezzo crescente del mercato del lavoro. Insomma, un sistema previdenziale capace di assicurare i diritti di tutte le generazioni.