10 Novembre 2005
Molte le adesioni e le partecipazioni alla manifestazione di Bologna
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Non si è ancora spenta l'eco della grande manifestazione che si è tenuta l'8 novembre a Bologna, promossa dalla Confederazione italiana agricoltori, dalla Confagricoltura, dal Copagri, dalla Legacoop/Agroalimentare e dall'Agci/Agricoltura sotto lo slogan "Con l'agricoltura per lo sviluppo del Paese". Centomila agricoltori, provenienti da ogni angolo d'Italia, hanno pacificamente invaso le strade e le piazze della città, dando vita ad una delle più imponenti manifestazioni degli ultimi anni.
Bologna per un giorno è stata teatro di un disagio e di una rabbia che pervade tutto il mondo agricolo per una situazione che si fa ogni giorno più difficile, con redditi in continuo calo, prezzi sui campi in caduta libera, costi e oneri produttivi e previdenziali in preoccupante aumento, consumi alimentari in discesa, competitività in grave affanno. Siamo in presenza, insomma, di una grave crisi strutturale contro la quale non si registra alcun accenno di interventi da parte del governo che continua a ignorare invece una situazione grande difficoltà.
Quel grande fiume di popolo non ha lasciato insensibili i cittadini che hanno potuto così avere la conferma dei gravi problemi che affliggono la nostra economia e l'agricoltura italiana in modo particolare. Proprio loro che tutti i giorni devono fare i conti con la spesa di prodotti agroalimentari in continuo aumento e con un potere di acquisto della moneta che non consente né risparmi né di arrivare senza affanni a fine mese.
Tutte le testate giornalistiche televisive hanno dato grande risalto alla manifestazione, concordi nel definire legittime le richieste degli agricoltori e a riconoscere loro il merito della grande coesione unitaria.
Alla manifestazione erano presenti numerosi i comuni con in testa sindaci e gonfaloni, le province, molte delle quali hanno approvato degli ordini del giorno, assessori regionali all'Agricoltura, come Daniela Valentini della Regione Lazio, nonché rappresentanti del mondo imprenditoriale, politico, istituzionale e culturale.
Messaggi di adesioni, ma anche di partecipazioni, sono venuti, tra gli altri, dal Cno, dal Cnb, dall'Italpatate, dall'Uiapoa, dalla Confai (Confederazione agromeccanici), dalla Federbio (la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica), dall' Autonomia tematica Agricoltura alimentazione territorio rurale dei Ds e dalla Federalimentare.
L'Autonomia tematica dei Ds, nel condividere le ragioni della mobilitazione, ha sostenuto che l'agricoltura italiana sconta gli effetti deleteri della politica economica del governo con pesanti ripercussioni sui consumi dei cittadini e delle famiglie ed ha rilanciato la necessità di una nuova politica adeguata alle esigenze del mondo agricolo e dell'agricoltura italiana.
Da parte sua, la Federalimentare ha condiviso le preoccupazioni degli agricoltori ed ha rilevato che bisogna ricordare che industria alimentare e agricoltura insieme rappresentano la prima filiera produttiva italiana e che l'industria alimentare da sola acquista e trasforma il 70 per cento delle materie prime agricole nazionali.
Il rilancio del Paese -ha sostenuto Federalimentare- non può prescindere da una sua componente importante, l'agricoltura appunto, che oggi ha bisogno di sostegni particolari. C'è bisogno di politiche coordinate e di alleanze agricoltura-industria-distribuzione dirette ad una maggiore efficienza e alla creazione di un vero e proprio sistema d'impresa per riprendere la strada dello sviluppo e della competitività.
Non si è ancora spenta l'eco della grande manifestazione che si è tenuta l'8 novembre a Bologna, promossa dalla Confederazione italiana agricoltori, dalla Confagricoltura, dal Copagri, dalla Legacoop/Agroalimentare e dall'Agci/Agricoltura sotto lo slogan "Con l'agricoltura per lo sviluppo del Paese". Centomila agricoltori, provenienti da ogni angolo d'Italia, hanno pacificamente invaso le strade e le piazze della città, dando vita ad una delle più imponenti manifestazioni degli ultimi anni.
Bologna per un giorno è stata teatro di un disagio e di una rabbia che pervade tutto il mondo agricolo per una situazione che si fa ogni giorno più difficile, con redditi in continuo calo, prezzi sui campi in caduta libera, costi e oneri produttivi e previdenziali in preoccupante aumento, consumi alimentari in discesa, competitività in grave affanno. Siamo in presenza, insomma, di una grave crisi strutturale contro la quale non si registra alcun accenno di interventi da parte del governo che continua a ignorare invece una situazione grande difficoltà.
Quel grande fiume di popolo non ha lasciato insensibili i cittadini che hanno potuto così avere la conferma dei gravi problemi che affliggono la nostra economia e l'agricoltura italiana in modo particolare. Proprio loro che tutti i giorni devono fare i conti con la spesa di prodotti agroalimentari in continuo aumento e con un potere di acquisto della moneta che non consente né risparmi né di arrivare senza affanni a fine mese.
Tutte le testate giornalistiche televisive hanno dato grande risalto alla manifestazione, concordi nel definire legittime le richieste degli agricoltori e a riconoscere loro il merito della grande coesione unitaria.
Alla manifestazione erano presenti numerosi i comuni con in testa sindaci e gonfaloni, le province, molte delle quali hanno approvato degli ordini del giorno, assessori regionali all'Agricoltura, come Daniela Valentini della Regione Lazio, nonché rappresentanti del mondo imprenditoriale, politico, istituzionale e culturale.
Messaggi di adesioni, ma anche di partecipazioni, sono venuti, tra gli altri, dal Cno, dal Cnb, dall'Italpatate, dall'Uiapoa, dalla Confai (Confederazione agromeccanici), dalla Federbio (la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica), dall' Autonomia tematica Agricoltura alimentazione territorio rurale dei Ds e dalla Federalimentare.
L'Autonomia tematica dei Ds, nel condividere le ragioni della mobilitazione, ha sostenuto che l'agricoltura italiana sconta gli effetti deleteri della politica economica del governo con pesanti ripercussioni sui consumi dei cittadini e delle famiglie ed ha rilanciato la necessità di una nuova politica adeguata alle esigenze del mondo agricolo e dell'agricoltura italiana.
Da parte sua, la Federalimentare ha condiviso le preoccupazioni degli agricoltori ed ha rilevato che bisogna ricordare che industria alimentare e agricoltura insieme rappresentano la prima filiera produttiva italiana e che l'industria alimentare da sola acquista e trasforma il 70 per cento delle materie prime agricole nazionali.
Il rilancio del Paese -ha sostenuto Federalimentare- non può prescindere da una sua componente importante, l'agricoltura appunto, che oggi ha bisogno di sostegni particolari. C'è bisogno di politiche coordinate e di alleanze agricoltura-industria-distribuzione dirette ad una maggiore efficienza e alla creazione di un vero e proprio sistema d'impresa per riprendere la strada dello sviluppo e della competitività.