25 Gennaio 2006

Le bioenergie: un'opportunità per l'agricoltura e l'ambiente

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"Lo sviluppo delle agrienergie. Il ruolo dell'agricoltura e delle imprese agricole". E' questo il tema del convegno, promosso dalla Cia, dall'Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) e dall'Agia (Associazione giovani imprenditori agricoli), che si svolto lo scorso 24 gennaio a Legnaro (Padova).I lavori, conclusi dal presidente nazionale della Cia, sono stati introdotti da una relazione sul tema "Lo sviluppo delle agrienergie nelle politiche della Confederazione italiana agricoltori" svolta da Carla Donnini, responsabile dell'Area Territorio e Sviluppo locale della Cia, che di seguito pubblichiamo.

La Riforma della Pac ha aggiunto importanti novità nell'ambito del I pilastro e dello Sviluppo rurale, il cosiddetto II pilastro, introducendo specifiche misure a favore della qualità dei prodotti agricoli, la previsione di precisi vincoli in materia di gestione dell'ambiente, sanità pubblica, igiene, benessere degli animali e sicurezza sul lavoro a cui sono mirate determinate tipologie di intervento.
La politica europea assegna allo Sviluppo rurale un ruolo fondamentale per lo sviluppo e mantenimento della competitività delle imprese e dei territori dell'Unione: il nuovo strumento del Psn (Piano strategico nazionale) sarà l'occasione per intervenire sulle istituzioni allo scopo di costruire un contesto volto a favorire le potenzialità competitive del singolo e delle sue forme aggregate, nonché a stimolare i partenariati economico/sociali per gli utilizzi delle materie prime rinnovabili a fini energetici e non food.

Un progetto per la competitività dell'impresa agricola e per la valorizzazione del territorio: le energie rinnovabili come opportunità

Anche la programmazione 2007/2013 per e Politiche di Coesione assegna un ruolo prioritario allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Infatti le principali priorità strategiche nazionali e regionali del Dspn (Documento strategico preliminare nazionale), individuate dal tavolo di lavoro costituito dal Mef per contribuire alla realizzazione della strategia di un "ambiente per lo sviluppo" attraverso: l'attivazione di filiere produttive, la promozione della ricerca e dell'innovazione, il contributo al miglioramento della qualità della vita; l'attrazione di persone e capitali, sono:
- definizione di strategie di intervento integrate nei processi di produzione e commercializzazione delle fonti di energie rinnovabili in una logica di filiera;
- azioni per la realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile e per lo sviluppo della piccola cogenerazione (elettrica e termica);
- la promozione dei piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili;
- la promozione di efficienza energetica sia industriale sia domestica;
- il sostegno a iniziative di ricerca e sperimentazione per la diffusione delle competenze e delle esperienze e sviluppo di tecnologie alternative.
In Italia va aumentando l'interesse delle imprese agricole a produrre colture a scopo energetico, a realizzare piattaforme produttive, a partecipare a filiere energetiche, a realizzare e gestire impianti tecnologicamente avanzati di teleriscaldamento nel settore legno energia e a realizzare impianti a biogas di nuova generazione nel settore zootecnico.
Una opportunità da cogliere, attraverso il coinvolgimento attivo del partenariato economico e sociale, per assicurare, tramite un uso multifunzionale del territorio, lo sviluppo di nuove forme di impresa ed occupazione quali: le fonti energetiche rinnovabili (agrienergie), la gestione attiva delle risorse forestali, etc
Si profila uno scenario nel quale il mondo agricolo può assumere un ruolo importante nella produzione di energia pulita come:
1) ulteriore espressione della multifunzionalità;
2) opportunità di reddito;
3) contributo al miglioramento ambientale.
Vanno colte le possibilità che la nuova Pac (I e II pilastro), le Politiche di coesione introducono, unitamente alle opportunità derivanti dalla entrata in vigore del protocollo di Kyoto che prevede per l'Italia il raggiungimento entro il 2010 dell'obiettivo di riduzione del 13% delle emissioni di anidride carbonica.

Il Piano d'azione per le biomasse della Commissione europea

La Commissione europea ha adottato, lo scorso dicembre, un piano di azione volto a sviluppare l'utilizzazione delle energie rinnovabili agricole e forestali.
Gli obiettivi, principalmente, sono tre:
1) Ridurre le emissioni di gas serra;
2) Proteggere l'occupazione nelle zone rurali;
3) Limitare la dipendenza dell'Europa riguardo alle importazioni di energia.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili resta una priorità nell'agenda della politica energetica europea, in quanto non sono ancora realmente decollate e l'obiettivo per il loro impiego al 2020, fissato al 12%, non raggiungerà che il 9-10%.
Le principali biomasse da promuovere, individuate nel Piano sono: i biocarburanti per i trasporti (oleaginose, cereali, bietole, olii usati); il riscaldamento domestico alimentato dal legno; la combustione del legno e di residui della lavorazione nelle centrali che producono energia elettrica e termica.
Il Piano della Commissione prevede più di 20 azioni da attuare a partire dal 2006, volte a favorire l'impiego di biomasse per il trasporto, la produzione di energia, il riscaldamento. In particolare per i biocarburanti per il trasporto:
1) L'introduzione di una percentuale minima di biocarburanti da incorporare nei carburanti convenzionali da immettere sul mercato.
2)La presentazione di un rapporto sull'applicazione della Direttiva "Biocarburanti"(2003/30/CE) per una revisione della stessa con la fissazione (obbligatoria) di obiettivi nazionali relativamente al mercato. Attualmente il mercato europeo dei biocarburanti è pari allo 0,8%, molto lontano dalla percentuale del 5,75% al 2010.
Mentre per l'energia elettrica e termica:
1) Incoraggiare l'utilizzo di biomasse per l'elettricità ed il riscaldamento;
2) Promuovere investimenti a favore della ricerca per favorire in particolare la produzione di combustibili liquidi a partire dal legno e dai residui;
3) Promuovere una campagna d'informazione per gli imprenditori agricoli e forestali sull'interesse allo sviluppo delle colture energetiche,
4) Per l'energia elettrica migliorare il sostegno all'energia verde attraverso l'introduzione da parte di ciascun Stato Membro di un regime nazionale che dia orientamenti chiari, servizi di autorizzazione unici, meccanismi di pianificazione preliminari per garantire un'accesso ai certificati trasparente e non discriminatorio;
5) Per l'energia termica adottare una strategia comunitaria volta a promuovere l'utilizzazione di energie rinnovabili per il riscaldamento. Infatti non vi è attualmente una Direttiva europea per l'energia termica.
La Commissione stima che le misure previste nel Piano porteranno:
1) a utilizzare le biomasse fino a 150 milioni di teps (tonnellate equivalenti di petrolio) attualmente 69 milioni, senza aumentare l'agricoltura intensiva o ridurre eccessivamente la produzione agricola a destinazione alimentare;
2) a ridurre le emissioni gas serra di 209 milioni di tonn di equivalente CO2 per anno;
3) a creare occupazione per 250/300.000 unità;
4) a ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia dal 48% al 42%.

Le Direttive europee e relativi Decreti legislativi nazionali di applicazione.
La Direttiva europea "Biocarburanti"(2003/30/CE)

La Direttiva europea per la promozione dei biocarburanti e di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, pone l'obiettivo agli Stati membri di sostituire con biocombustibili tutte le benzine e il gasolio venduti nel settore dei trasporti con percentuali indicative pari al 2% entro il 2005 e al 5,75% entro il 2010.
Il Consiglio dei ministri del maggio scorso ha approvato il decreto legislativo n. 128 del 30 maggio 2005 di attuazione della Direttiva 2003/30/CE del Parlamento Europeo, dopo che il Governo italiano, aveva ricevuto una lettera di diffida dalla Commissione europea per i ritardi nella attuazione della direttiva che risale al 2003.
- Il Decreto legislativo, però, applica solo parzialmente gli obiettivi della Direttiva europea. Infatti gli obiettivi indicativi nazionali per il 2005 vengono dimezzati all' 1% e al 2,5% per il 2010. Inoltre il Decreto prevede il parere consultivo della Commissione biocombustibili di cui all'art.5 D.L. 387/2003, attuativo della Direttiva per la promozione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nella cui attività le parti economiche e sociali non sono direttamente coinvolte.

Decreto legislativo di applicazione della Direttiva europea biocarburanti

Biodiesel, bioetanolo, olio vegetale puro e biogas, tutti combustibili prodotti da materie prime agricole, possono rappresentare una concreta opportunità per le imprese agricole e una risposta significativa agli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera.
Gli stanziamenti previsti nella legge finanziaria 2005 (legge n .311 del 30/12/04) per l'abbattimento delle accise sul biodiesel (200.000 tonn, anziché 300.000 tonn) e sul bioetanolo (219 milioni di Euro nel triennio 2005-2007) per la produzione, essenzialmente, di Etbe non hanno ancora generato tangibili vantaggi per le imprese agricole.
L'articolo 5 del Decreto 128 riporta una opportunità da cogliere: lo strumento degli accordi di filiera, da sviluppare a livello territoriale, con il coinvolgimento sia degli operatori interessati (settore agricolo e dei carburanti per trasporti) sia degli Enti locali.
Attualmente sarebbe necessario monitorare lo stato di attuazione concreta di quanto previsto nel decreto, in particolare:
- le misure adottate per promuovere l'utilizzazione dei biocarburanti;
- le risorse nazionali assegnate alla produzione di biomassa per usi energetici diversi dai trasporti.
La Direttiva europea per la promozione di energia elettrica derivante da fonti energetiche rinnovabili invita gli Stati membri a stabilire obiettivi indicativi nazionali compatibili con l'obiettivo indicativo globale del 12% del consumo interno lordo di energia nel 2010, contenuto nel Libro Bianco europeo.
L'Italia ha adottato la Direttiva con Decreto legislativo n.387/2003 che riguardo agli obiettivi indicativi nazionali rimanda al D.L.79/99- 2% di energia elettrica da fonti rinnovabili oltre la producibilità ordinaria – incrementandola annualmente di 0,35% fino al 2006. Per ulteriori incrementi per i trienni 2007/2009 e 2010/2012 il MAP, di concerto con il ministero dell'Ambiente deve emanare appositi decreti.
Il decreto attuativo sembrerebbe compromettere l'utilizzazione di energie rinnovabili da produzioni agricole-forestali per la produzione di energia elettrica (solo residui?) .

Agenda di Lisbona

- Decisione del Consiglio Europeo di rilanciare la Strategia di Lisbona- 22-23 marzo 2005.
- Un insieme di azioni coordinate a livello europeo mirate a tre obiettivi:
1) rendere l'europa capace di attirare investimenti e lavoro;
2) porre la conoscenza e l'istruzione al centro della crescita,
3) creare nuovi e migliori posti di lavoro.
- approccio diverso attraverso un maggior coinvolgimento degli stati membri.
- indirizzi di massima per le politiche economiche e occupazione (2005/2008) denominati "orientamenti integrati", adottati dal consiglio europeo e composti da 16 punti
- programmi nazionali di riforma elaborati dagli stati membri.
Il punto 11 degli Orientamenti integrati comunitari:
- Promuovere l'uso sostenibile delle risorse e potenziare le sinergie tra tutela dell'ambiente e crescita.
- Le conclusioni del Consiglio europeo di marzo evidenziano, con tale orientamento, l'importanza dell'impiego efficiente dell'energia quale fattore di competitività e di sviluppo sostenibile, una delle priorità di interesse del sistema agricolo è:
- un progetto per lo sviluppo delle bioenergie da inserire nel programma nazionale di attuazione dell'agenda di Lisbona

La nuova programmazione 2007/013 per lo Sviluppo rurale: approccio strategico

- Linee guida dell'Unione Europea – Elementi chiave indicati dalla Commissione per lo sviluppo rurale 2007/2013 sulla base delle strategie di Lisbona (competitività) e Goteborg (ambiente). E' necessario anche un terzo elemento: la coesione territoriale;
- Piano strategico nazionale – Priorità di ogni Stato Membro in tema di sviluppo rurale, realizzato tenendo conto delle linee guida comunitarie ed in stretto coordinamento con le altre politiche attuate (politiche di coesione)
- Piano di Sviluppo Rurale – Priorità fissate dalle Regioni in base agli orientamenti strategici dell'Unione e al Piano strategico nazionale.
Linee guida dell'Unione europea proposta di decisione del Consiglio europeo:
- Individuazione di alcune priorità (poche): orizzontali per tutti gli Assi e verticali per ciascun Asse.
In particolare tra le Azioni chiave dell'Asse I (Miglioramento della competitività e dell'occupazione) e Asse II (Diversificazione economica e qualità della vita) sono previsti rispettivamente:
- sviluppo di nuovi sbocchi per i prodotti agricoli e silvicoli (energie rinnovabili);
- sviluppo dell'offerta e dell'uso innovativo di fonti di energia rinnovabile.
Migliorando le prestazioni ambientali dell'agricoltura e della silvicoltura.
Nella definizione del Psn (Piano strategico nazionale) l'Italia dovrà individuare uno specifico "Pacchetto per l'impresa" volto a favorire l'implementazione delle energie rinnovabili agricole-forestali, agevolando oltre che l'impego di materie prime nazionali anche la partecipazione degli agricoltori e delle cooperative agli investimenti negli impianti di energia agricola-forestale e di biocarburanti(programmazione negoziata-contratti di programma)

Le bioenergie nella legge finanziaria 2006

La legge finanziaria 2006 prevede ai comma 421-422 e 423 le agevolazioni fiscali per le bioenergie ( biodiesel, bioetanolo, energia elettrica):
- Biodiesel: fermo restando il plafond defiscalizzato di 200.000 tonn di cui 20.000 tonn. da utilizzare su autorizzazione del Mef e del Mipaf attraverso la sottoscrizione di appositi contratti di coltivazioni, realizzati nell'ambito di contratti quadro o intese di filiera, è previsto un aumento di 20.000 tonnellate finanziate utilizzando 10 milioni di euro del plafond residuo 2005 per il bioetanolo pari a 58 milioni di euro.
Tale contingente aggiuntivo sarà anch'esso oggetto di contratti di coltivazione.
Ulteriori 5 milioni di euro del suddetto plafond inutilizzato saranno destinati dal MIPAF per programmi di ricerca e sperimentazione nel campo bioenergetico.
Il restante importo pari a circa 43 milioni di euro è destinato alla costituzione di un Fondo per la promozione e lo sviluppo delle filiere agroenergetiche anche con l'istituzione di certificati per la produzione e utilizzo di biocombustibili da trazione secondo le linee di indirizzo della Commissione biocombustibili.
Aspetto importante è il riconoscimento di attività connessa agricola la produzione e la cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali effettuata da imprenditori agricoli e quindi considerata reddito agrario.
- Bioetanolo: è confermato il plafond per il 2006 e 2007 di 73 milioni di euro annui.
I suddetti provvedimenti possono in parte contribuire ad aumentare la produzione di colture dedicate quali il girasole, cereali e bietole, nonché la produzione di biomasse agricole. In tal senso il Mipaf sulla base del proprio documento sulle Linee di sviluppo per la creazione delle filiere agroforestali per la produzione di biocombustibili e di energie rinnovabili si dovrà attivare per istituire, sulla base del D.legislativo 102 del 27 maggio 2005 sulla regolazione dei mercati, un tavolo di filiera "ad hoc" così come già per altri settori produttivi.

Elementi di criticità

Le motivazioni che impediscono uno sviluppo su larga scala delle coltivazioni agricole a destinazione non food sono:
- scarsa informazione e comunicazione;
- convenienza economica per gli operatori della filiera a partire dall'imprenditore agricolo
- rapporto con le industrie di prima trasformazione
- complessità nell'applicazione della normativa e nel recepimento integrato delle risorse finanziarie
- mancato sviluppo delle colture energetiche con la relativa erogazione di 45 €/ha (massimale comunitario pari a 1,5 milioni di ettari, già ampiamente coperto dalla Germania e dalla Francia). In Italia sono stati investiti pochi ettari: 200/300 principalmente Srf (Short rotation foresty).
- utilizzo limitato dei terreni a set aside per la produzione di materie prime a destinazione non food, nonostante un aumento del 72-73% nel 2005 per i riflessi della Riforma della PAC (da 4.500 ha 2004 a circa 7.700 ha nel 2005 di semi di girasole per la produzione di biodiesel).

Proposte

La Cia è interessata a promuovere e divulgare le bioenergie derivanti da materie prime agricole- forestali in quanto ritiene che possa rappresentare, come attività connessa, una ulteriore opportunità di reddito per gli imprenditori agricoli.
La Cia, per promuovere e realizzare azioni concrete volte al reale sviluppo delle agrienergie, ha individuato 2 linee di intervento, anche alla luce di quanto stabilito dalla Finanziaria 2006 e possibili ulteriori modificazioni, da implementare, intanto, attraverso:
1) l'attuazione di una politica energetica nazionale volta a garantire ulteriori opportunità economiche per le aziende agricole che ne migliorino la competitività, individuando le priorità a breve/medio termini e ulteriori obiettivi a medio/ lungo termine (2013);
2) La costituzione di un gruppo di contatto istituzionale composto da Mipaf, Map, Matt, Mef e Regioni, con il coinvolgimento interattivo del partenariato economico e sociale;
3) L'attivazione di un tavolo di filiera agrienergetica, integrando l'elenco delle filiere di cui all'art.1 del Dpcm 5/08/05,supportato da un osservatorio che abbia il compito di certificare i processi e di verificare la concreta attuazione di eventuali accordi di filiera. Tavolo che la Cia ha richiesto il 28 novembre 2005 con lettera del presidente Politi al ministro Alemanno
Le due linee d'intervento si possono articolare come segue:
1) A livello europeo/nazionale, favorendo lo sviluppo dell'impiego di colture dedicate per la produzione di biodiesel e bioetanolo. Quindi:
- aumento-eliminazione del tetto produttivo comunitario per le colture energetiche pari a 1,5 milioni di tonn;
- aumento dell'aiuto specifico per le colture energetiche almeno da 45 €/ha a 90 €/ha o in alternativa valutare, previa autorizzazione della Commissione europea, la possibilità di ricorrere con maggiore flessibilità agli aiuti di Stato;
- aumento dell'obiettivo indicativo nazionale del Decreto 128/05 per l'immissione in consumo di biocarburanti, riportandolo alla percentuale della Direttiva comunitaria;
- introduzione nel Psn per lo Sviluppo rurale 2007/2013 di un pacchetto di misure, trasversale agli Assi d'intervento, per le imprese agrienergetiche;
A livello nazionale:
- concreta attuazione dell'accordo di filiera per l'utilizzo di 40.000 ettari derivanti da 40.000 tonn di biodiesel defiscalizzato attraverso contratti di coltivazione che stabiliscano modalità volte a garantire una equa retribuzione agli imprenditori agricoli, con l'obiettivo di utilizzare tutto il contingente (200.000 + 20.000) con materia prima nazionale;
- concreta attuazione dell'Accordo volontario per il bioetanolo sottoscritto dalle parti interessate nel 2005, utilizzando il plafond di 73 milioni di Euro annui a disposizione per il 2006 e 2007;
- utilizzo del Fondo di riconversione, previsto dalla nuova Ocm zucchero, per favorire la riconversione degli stabilimenti, non più utilizzati per la produzione di zucchero, verso la produzione di biomasse.
- attuazione, attraverso l'utilizzo dei 5 milioni di € di programmi di sperimentazione e ricerca volti principalmente alla divulgazione in campo delle colture energetiche;
- introduzione nell'attività connessa a quella agricola (reddito agrario) anche della produzione non solo di energia elettrica ma anche di energia termica da fonti rinnovabili agricolo-forestali;
- assicurazione, da parte del Gestore della rete di trasmissione nazionale (art.11 D.L.79/99), l'utilizzo, in una percentuale da stabilire, di biomasse oggetto di accordi di filiera per la produzione energia elettrica;
- aumento, in prospettiva, del contingente defiscalizzato per il biodiesel fino a 400.000 tonn.
- A livello locale, favorendo lo sviluppo delle imprese agrienergetiche per la produzione di energia, in primis, per l'autoconsumo ma anche per la vendita. Quindi:
- Pieno riconoscimento delle imprese agrienergetiche, espressione della multifunzionalità che oltre alla coltivazione e produzione di materie prime energetiche, producono e vendono energia termica ed elettrica (nuova figura IAP- legge d'orientamento).
- Applicazione del provvedimento legislativo che riconosca in pieno dal punto di vista fiscale, normativo e operativo la nuova figura di impresa agrienergetica, come in parte descritto nella Finanziaria 2006.
- Coinvolgimento e ruolo degli Enti locali per un concreto sviluppo dell'impresa agrienergetica, (favorire i finanziamenti a progetto nell'ambito della programmazione per lo Sviluppo rurale 2007/2013, in attuazione dei pacchetti per l'impresa presenti nel Psn)).
- La Cia, nell'ambito del "Nuovo Patto con la Società", intende sostenere le politiche di sviluppo delle bioenergie derivanti da materie prime agricole- forestali attraverso un confronto:
a) sia con le Autorità pubbliche nazionali per realizzare un concreto quadro di riferimento per la politica energetica;
b) sia con le Regioni e gli Enti locali per favorire lo sviluppo di filiere energetiche regionali basate sulla produzione di colture dedicate per le biomasse (energia elettrica e termica) e per i biocarburanti, nonché sull'utilizzo di scarti di lavorazione di prodotti agricoli per la produzione di energia.
Contribuendo, così, a realizzare concretamente nella coltivazione e produzione di energia pulita da parte delle imprese agricole:
- la multifunzionalità in agricoltura;
- una opportunità di reddito;
- il contributo al miglioramento ambientale.